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Francesco Le Foche sta meglio e racconta i motivi della brutale aggressione di un paziente  «Voleva che gli curassi il cane, colpito con un fermacarte»

L’immunologo Francesco Le Foche viene brutalmente aggredito da un ex paziente per non aver curato il suo cane malato.

L’immunologo Francesco Le Foche è stato brutalmente aggredito nel suo studio medico a via Po a Roma. Il colpevole, un 36enne precedentemente suo paziente, è stato arrestato per tentato omicidio. Le Foche rivelò che l’aggressione potrebbe essere stata scatenata dal suo rifiuto di curare il cane dell’uomo. “Credo sia questo il motivo per cui sono stato aggredito. Ma stiamo parlando di una persona con problemi,” ha spiegato l’immunologo a Repubblica.

Dettagli dell’aggressione

L’assalitore ha attaccato Le Foche con un fermacarte, seguito da una serie di calci e pugni violenti. Un poliziotto fuori servizio è intervenuto, mettendo fine all’assalto e arrestando l’aggressore. “Se devo essere sincero non ricordo come mi ha aggredito. Non lo so quello che è successo. Sono arrivato al policlinico Umberto primo in uno stato di incoscienza,” ha raccontato il medico, illustrando la gravità dell’assalto.

Un paziente violento

L’aggressore era un uomo di statura e corporatura imponente, rendendo impossibile per Le Foche, che pesa 67 chili, difendersi. La madre dell’uomo, normalmente capace di calmare il figlio, non è riuscita a contenerlo questa volta. “La mamma è una persona molto perbene. Una donna a modo, mite. In genere è lei che lo tranquillizza e lo tiene a bada. Stavolta non c’è riuscita,” ha detto il dottore.

Il motivo dietro l’attacco

Il medico aveva precedentemente curato l’aggressore per un problema alla spina dorsale, ma la situazione è degenerata quando l’uomo ha insistito affinché Le Foche curasse anche il suo cane malato. “Da mesi ogni volta si presentava col problema del cane. Poi credo che il cane sia morto e questo deve avergli smosso qualcosa dentro,” ha detto il medico. La sua incapacità di intervenire nella cura dell’animale potrebbe essere stata il catalizzatore della violenta esplosione dell’aggressore.