Nuove prove mettono in dubbio il suicidio del DJ Ivan Ciullo nel 2015, suggerendo un possibile omicidio mascherato.
LECCE – La misteriosa morte del DJ Ivan Ciullo, trovato impiccato ad un albero di ulivo nel Salento nel 2015, continua a sollevare domande inquietanti. Una recente ricostruzione ha sollevato dubbi sull’ipotesi del suicidio. Il nodo attorno al collo «non risulta serrato e il cavo non è in tensione», pertanto non avrebbe potuto causare il soffocamento, riporta un consulente della famiglia. Le ecchimosi a forma di X dietro al collo non corrispondono alle aspettative di un caso di impiccagione.
Le conclusioni del consulente sono basate su un’analisi effettuata utilizzando un manichino della stessa altezza e peso di Ivan. Questa simulazione, che mira a riproporre le circostanze fisiche della morte, ha rivelato inconsistenza nella narrazione originale del caso. La famiglia di Ciullo è convinta che il DJ non sia morto per suicidio, ma sia stato ucciso. L’impiccagione, sostengono, sarebbe stata inscenata per deviare le indagini.
Queste nuove rivelazioni hanno portato a una svolta significativa nel caso. La Procura ha modificato l’ipotesi di reato, indagando ora per omicidio e non più per istigazione al suicidio. Un musicista con cui Ivan collaborava è stato incluso nel registro degli indagati. La questione dell’hard disk, contenente dati cruciali e depositato da un precedente consulente tecnico, è diventata centrale per far luce sulla vicenda.
Il caso di Ivan Ciullo rimane avvolto nel mistero, un intricato puzzle che le autorità stanno ancora cercando di comporre. Le nuove prove e testimonianze sono vitali per rivelare la verità dietro la tragica fine del DJ. La speranza è che la giustizia possa finalmente fare chiarezza, dando pace alla famiglia e amici di Ivan, ancora tormentati dalle incertezze e dalle domande senza risposta.
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