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Napoli, duro il padre del musicista ucciso dopo una lite per un parcheggio: “Qui non cambia nulla, lascio la mia città”

Dopo la tragica morte del figlio Giogiò, Franco Cutolo critica la legge sulla responsabilità penale dei minori e decide di lasciare Napoli.

Franco Cutolo, padre del giovane musicista Giogiò, morto tragicamente a Napoli, esprime preoccupazione per una legge che ritiene antiquata. “Stiamo combattendo per aggiornare una legge sulla responsabilità penale dei minori che risale agli anni ’30, con poche modifiche negli anni ’80. Un tempo in cui i ragazzi di 16-17 anni giocavano a Monopoli, mentre ora molti portano coltelli e pistole”, afferma Cutolo.

Napoli: una città in cambiamento

Cutolo descrive la situazione critica di Napoli, dove la violenza è diventata ormai endemica. “Questo fenomeno è diffuso in tutti i quartieri napoletani, una realtà che mi spinge a trasferirmi fuori dalla città”, confessa l’uomo ancora addolorato per la perdita del figlio.

In memoria di Giogiò

La morte di Giovanbattista “Giogiò” Cutolo ha scosso l’intera comunità. In suo onore, è stata organizzata una rassegna musicale dal titolo “Voci d’autunno dedicate a Giogiò Cutolo contro ogni violenza”. “Giogiò aveva un rapporto speciale con Torre del Greco“, ricorda Franco Cutolo. Rivive i momenti in cui, da piccolo, suo figlio trascorreva tempo con la nonna nella città e l’entusiasmo con cui partecipava alle tradizioni locali, come la festa dei quattro altari.

Un monito per tutti

Il sindaco di Torre del Greco, Luigi Mennella, ha voluto rendere omaggio a Giogiò e lanciare un messaggio forte. “Abbiamo dedicato ‘Voci d’autunno’ a Giogiò non solo come tributo, ma come monito. Questa tragedia deve far riflettere non solo le istituzioni ma anche i genitori sulla loro responsabilità nella guida dei figli”, dichiara Mennella, aggiungendo che la tragedia lo ha toccato profondamente come padre prima che come sindaco.