Un oncologo di Bari in servizio presso l’Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” è stato tratto in arresto dai Carabinieri.
Secondo quanto riferito il medico si faceva pagare per somministrare un farmaco gratuito. Le accuse sono gravissime, il medico dovrà rispondere di concussione aggravata e continuata.
Il reato è stato commesso con la complicità della compagna, un avvocato, che anche lei risulterebbe indagata.
L’oncologo somministrava il farmaco si durante l’orario di lavoro, sia nel patronato del Caf a Bari della compagna che, per l’occasione, era adibito ad ambulatorio.
Il medico costringeva un suo paziente, malato gravemente, al pagamento di ingenti somme, per la somministrazione di un farmaco che però era gratuito.
Il paziente era arrivato a pagare fino a 130 mila euro. In casa del medico sono stati ritrovati oltre che reperti archeologici di gran pregio anche quasi 2 milioni di euro.
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