Alessia Pifferi, accusata per la morte della figlia Diana, difende il suo comportamento in tribunale a Milano.

Alessia Pifferi, madre di Diana Pifferi, la bimba trovata morta nel luglio del 2022, ha presentato la sua testimonianza di fronte alla corte d’Assise di Milano. Le circostanze di questo tragico evento hanno scosso l’opinione pubblica, suscitando numerose domande sul comportamento della madre durante quei fatidici giorni.

Le difese di Alessia: “Ero una mamma esemplare”

Alessia, accusata di aver lasciato sola la figlia di 18 mesi per diversi giorni, si difende sostenendo di aver sempre avuto cura della piccola. “Ho sempre accudito mia figlia come fa una mamma esemplare. Di professione ho sempre fatto la mamma, le facevo tutto,” ha dichiarato. Nonostante le sue affermazioni, l’accusa sostiene che Alessia aveva lasciato Milano per andare a Leffe, Bergamo, con il suo compagno. Lei ha ammesso di aver lasciato sola la bambina, ma solo per brevi periodi: “Le lasciavo 2 biberon di latte, 2 bottigliette d’acqua e una di teuccio. Pensavo bastasse”.

Il rientro a casa e il tragico ritrovamento

Parlando del suo ritorno, Alessia descrive il doloroso momento in cui ha scoperto che sua figlia non era più in vita. “Quando sono rientrata ho trovato mia figlia nel lettino e sono subito andata da lei. L’ho accarezzata, ma non si muoveva,” racconta la madre. In preda al panico, si rivolse a una vicina per chiedere aiuto, sostenendo inizialmente di aver lasciato la bambina con una babysitter. La tragedia si accentua quando il compagno di Alessia, l’uomo con cui aveva trascorso i giorni in cui Diana era sola, la ignorò nel momento del bisogno.

Le parole di Alessia hanno generato diverse reazioni tra l’opinione pubblica. Molti si domandano come una madre potesse lasciare sola una bambina così piccola e se le sue giustificazioni possano essere accettate dal tribunale. Il caso continua ad attirare l’attenzione, con molte persone in attesa di ulteriori sviluppi.