Nuovi dettagli emergono sulla morte di Giulia Tramontano: avvelenata dal fidanzato con ammoniaca, cloroformio e topicida.
La morte di Giulia Tramontano, la 29enne in attesa di un bambino e tragicamente uccisa dal suo fidanzato, si arricchisce di nuovi e sconcertanti dettagli. L’esame autoptico ha rivelato che Alessandro Impagnatiello, oltre a pugnalarla ripetutamente e tentare di nascondere il corpo, aveva avvelenato la giovane in più modi.
Inizialmente, si pensava che il veleno utilizzato fosse solo topicida, una sostanza ritrovata nel sangue sia di Giulia che del nascituro. Ma recentemente è emerso che Impagnatiello avesse utilizzato non solo topicida, ma anche ammoniaca e cloroformio per avvelenare la sua compagna.
Nel periodo che precedeva la sua morte, Giulia aveva inviato numerosi messaggi alla sua famiglia esprimendo il suo malessere. Un messaggio in particolare, datato 9 dicembre, risalta: “L’acqua che abbiamo preso puzza terribilmente di ammoniaca”. Questo spiegherebbe l’agire del suo fidanzato: l’ammoniaca era stata usata per contaminare l’acqua, un tentativo di avvelenare Giulia.
Impagnatiello aveva acquistato cloroformio sotto falsa identità. La presenza di questa sostanza spiegherebbe i sintomi di sonnolenza e spossatezza che Giulia aveva manifestato. Contrariamente al topicida, che non causa tali sintomi, il cloroformio può indurre malessere e sonnolenza, sintomi che Giulia aveva riportato in diversi messaggi.
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