Durante le sue vacanze a Vieste, una mamma è stata costretta a pagare 3 euro per scaldare il biberon del figlio in un chiosco, suscitando l’indignazione dell’associazione Giustitalia.
In un’estate 2023 caratterizzata da prezzi stratosferici, un nuovo episodio ha fatto storcere il naso ai consumatori. Una mamma in vacanza a Vieste, in provincia di Foggia, ha dovuto sborsare 3 euro per avere il biberon del proprio figlio scaldato in un chiosco sulla spiaggia. Un servizio che, in molti luoghi, viene fornito come cortesia, qui ha avuto un costo.
Cosa è Accaduto
Ilaria, una romana di 38 anni e madre di un neonato, si è trovata di fronte a questa richiesta inaspettata. Dopo che il suo marito l’ha lasciata vicino a un’area della spiaggia, si è rivolta al chiosco presente sull’arenile per chiedere la semplice cortesia di scaldare il biberon del suo piccolo. Tuttavia, al posto di un sorriso e della consueta disponibilità, le è stato richiesto un supplemento di 3 euro. E, per di più, senza ricevere alcuno scontrino fiscale per il servizio.
La denuncia
Giustitalia, associazione attiva nella tutela dei consumatori, ha prontamente preso le difese della famiglia, sottolineando come tale pratica sia inaccettabile. Pur comprendendo che ogni attività commerciale ha il diritto di guadagnare, la richiesta di 3 euro per un servizio così basilare e, generalmente, gratuito è stata etichettata come una “speculazione economica intollerabile”. L’associazione ha inoltre evidenziato la mancanza di uno scontrino fiscale e ha segnalato l’episodio al Garante per la sorveglianza sui prezzi.
Giustificazioni del chiosco
Alla protesta di Ilaria, il barista ha replicato che scaldare un biberon a bagnomaria richiede tempo e, di conseguenza, ha motivato la richiesta del supplemento di 3 euro.