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Cristina Seymandi risponde alla lettera di Massimo Segre, difendendo la sua posizione e svelando nuovi dettagli, “Il famoso anello di fidanzamento sparito già 15 giorni prima”

Solo pochi giorni fa, la notizia dell’episodio in cui Massimo Segre ha interrotto la sua relazione con Cristina Seymandi durante la festa pre-matrimoniale ha scosso la comunità. La storia, che ha visto Segre annunciare la fine del loro rapporto davanti a tutti gli ospiti e rivelare i presunti tradimenti di Cristina, è diventata virale in breve tempo.

La reazione di Cristina

In risposta, Cristina Seymandi ha deciso di rompere il silenzio, esprimendo il suo punto di vista attraverso una lettera al Corriere della Sera. Contrariamente a quanto affermato da Segre, Cristina sottolinea che l’intero evento sembrava essere stato pianificato con largo anticipo da parte del suo ex.

Dettagli dalla lettera di Cristina

Cristina scrive:

“Rompo il mio riserbo, dopo giornate di disagio che mi hanno molto provata. Ieri mattina ho potuto leggere una lettera di Massimo Segre…mescolate, nell’articolo, con la pubblicità per le future iniziative imprenditoriali delle aziende del mio ex compagno.”

Ha anche parlato dell’anello di fidanzamento che Segre le aveva dato, sottolineando come fosse scomparso misteriosamente poco prima dell’evento:

“L’anello, misteriosamente sparito (guarda caso) da casa nostra 15 giorni prima di quella tristissima serata…a riprova, forse, che c’è chi la vendetta la programma minuziosamente, e perversamente, con largo anticipo.“

Un confronto sul vero significato dell’amore

Sulla visione di Segre dell’amore come “una splendida esclusiva”, Cristina commenta:

“Un’affermazione che mi stupisce sentir pronunciare proprio da lui… ma sulla quale preferisco non soffermarmi…emettendo un giudizio definitivo e applicando anche la massima pena, senza peraltro neppure un minimo di contradditorio.”

L’appello finale

Concludendo la sua lettera, Cristina rivolge un appello a chi potrebbe pensare di ripetere azioni simili:

“A tutti gli uomini e donne…ponendo però inevitabilmente l’altro in una condizione di inferiorità, di umiliazione e di dover patire una violenza psicologica.“