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Investe e uccide un ragazzo di 14 anni e poi fugge con l’auto, la mattina dopo va a lavoro “Non mi sono accorto di nulla!”

Una terribile tragedia ha colpito San Vito di Negrar, nel cuore della Valpolicella, in provincia di Verona, quando un ragazzo di 13 anni, Chris Obeng Abom, è stato investito da un’auto pirata mentre camminava sul ciglio della strada provinciale.

Nonostante sia stato trasportato in ospedale, il giovane è morto a causa delle gravi conseguenze dell’incidente.

I carabinieri hanno individuato l’autore dell’investimento, un uomo di 39 anni con precedenti penali, che non si è fermato a prestare soccorso. In questo articolo, esploreremo i dettagli dell’incidente, l’identificazione dell’uomo responsabile e le conseguenze di questa tragica perdita.

Il colpo mortale e la fuga del conducente

Chris Obeng Abom è stato investito da un’auto pirata sulla strada provinciale mentre stava tornando a casa dopo una serata con gli amici.

Nonostante il trasporto immediato in ospedale, il giovane non ce l’ha fatta ed è morto a causa delle gravi lesioni subite nell’incidente. Il conducente dell’auto non si è fermato a prestare soccorso, lasciando il ragazzo a terra senza ricevere aiuto.

Individuazione dell’autore del colpo

Grazie all’uso del sistema di videosorveglianza comunale e ai detriti dell’auto trovati sull’asfalto, i carabinieri sono stati in grado di individuare il modello del veicolo coinvolto e risalire all’identità del conducente.

L’uomo, un operaio del posto di 39 anni con precedenti penali per spaccio di stupefacenti e guida in stato di ebbrezza, è stato identificato come l’autore dell’investimento mortale.

La triste scoperta e l’omicidio stradale

Il veicolo coinvolto nell’incidente è stato ritrovato nei pressi del cantiere edile in cui l’operaio lavorava, ed è stato sequestrato dai carabinieri.

I danni evidenti nella parte anteriore destra del veicolo e sul parabrezza corrispondono ai frammenti rinvenuti sul terreno e ai segni tipici dell’investimento di un pedone.

Un tragico epilogo

I medici dell’azienda ospedaliera universitaria di Verona hanno affermato che Chris Obeng Abom “poteva essere salvato se fosse stato soccorso subito dopo l’incidente”.

Le lesioni riportate dal giovane non erano da sole “compatibili con il decesso”, ma è stato l’arresto cardiaco per ipossia da schiacciamento, causato dal fatto che il ragazzo è rimasto a terra per un periodo di tempo prolungato prima di essere notato da un passante, a determinare il tragico epilogo.