18enne ucciso e fatto a pezzi perché voleva lavorare da un altro barbiere. L’omicida “Avevo paura che mi rubasse i clienti”

L’intera comunità è stata sconvolta dalla tragica fine di Sayed Mohamed Mahmoud Abdalla, un giovane barbiere di 18 anni di origini egiziane, che ha trovato la morte in un modo incomprensibile e atroce. La sua passione per il mestiere lo aveva portato a sognare di aprire il suo barbershop, ma purtroppo quel sogno è stato spezzato per sempre.

Una lite fatale

Secondo le indagini, il responsabile di questa atroce uccisione è Mohamed Ali Abdelghani Ali, noto come Tito, il vice titolare di una catena di barberie a Sestri Ponente. Tito non avrebbe accettato il fatto che Mahmoud avesse deciso di licenziarsi e di andare a lavorare in un altro salone concorrente a Pegli. Questa lite lavorativa si è trasformata in una tragedia immane.

Un aiuto complice

Il delitto è stato commesso con la complicità di Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel, soprannominato Bob, un altro dipendente della barberia di Sestri Ponente. Bob avrebbe dichiarato di essere stato minacciato di morte da Tito se non avesse aiutato a sbarazzarsi del corpo di Mahmoud. Entrambi i giovani, entrambi ventenni, sono ora sotto indagine per omicidio e soppressione di cadavere.

Sconcerto nell’ambiente delle barberie

Nel mondo delle barberie, gestite da connazionali di Mahmoud, nessuno riesce a credere a quanto accaduto. Mohamed e i suoi presunti assassini erano considerati amici, quasi fratelli. Nessuno poteva immaginare che la gelosia e la rivalità sul posto di lavoro potessero sfociare in una tragedia così orrenda.

Giustizia e pena

La comunità è in preda al dolore e alla rabbia per questa terribile perdita. Molti si chiedono come sia possibile arrivare a commettere un omicidio così efferato. C’è chi pensa che solo Dio farà giustizia, mentre altri esprimono la necessità di una pena severa per gli assassini.

L’ultimo giorno di Mahmoud

Il giorno dell’omicidio, Mahmoud stava facendo una prova nel suo nuovo negozio. Tuttavia, il titolare ricevette una telefonata da Tito, il proprietario del salone di Sestri Ponente, che gli intimò di non assumere il giovane barbiere. Poco dopo, Tito e Bob fecero irruzione nel negozio dove Mahmoud si trovava e, dopo alcuni minuti di chiacchiere, lo portarono via con loro. Questo sarebbe stato l’ultimo giorno di lavoro per il giovane, che aveva sacrificato il suo tempo e i suoi guadagni per aiutare la sua famiglia in Egitto.

Lorenzo Costantino

Share
Published by
Lorenzo Costantino

Recent Posts

  • Sport&Salute

Pediacampus 2025, medicina e AI a confronto: il ruolo dell’empatia nell’era digitale

A Baveno si apre Pediacampus 2025: quattro giorni per riflettere su intelligenza artificiale, medicina e…

6 giorni ago
  • Bari & Dintorni

Tahar Ben Jelloun riceve le chiavi di Bari: un abbraccio caloroso dall’Italia

In un'atmosfera di grande emozione e significato, il celebre scrittore e intellettuale marocchino Tahar Ben…

3 settimane ago
  • Sport&Salute

Lobotka: perché Conte è il miglior tecnico per il nostro futuro nel calcio

Stanley Lobotka, centrocampista slovacco del Napoli, ha recentemente condiviso il suo entusiasmo e la sua…

3 settimane ago
  • Stile

George Clooney rivela: ‘è tempo di dire addio ai ruoli romantici’

George Clooney, l’iconico attore che ha conquistato il cuore di milioni di fan in tutto…

3 settimane ago
  • Bari & Dintorni

Al Bano guida una missione di pace in Terra Santa: l’evento straordinario di Brindisi

Il 31 marzo si avvicina e con esso la missione di pace in Terra Santa,…

3 settimane ago
  • Stile

Scopri De Montel: il parco termale urbano naturale più grande di Milano

L'apertura di De Montel - Terme Milano il 1 aprile 2023 ha segnato un'importante svolta…

3 settimane ago