Due cittadini egiziani fermati per l’omicidio di Mahmoud Abdalla e soppressione cadavere a Chiavari. Testimonianze cruciali hanno contribuito all’indagine.
La Procura di Genova, guidata dalla PM Daniela Pischetola, ha disposto il fermo di due cittadini egiziani, Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel e Mohamed Ali Abdelghani, per l’omicidio di Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla e la soppressione del cadavere. L’atrocità del crimine ha sconvolto la tranquilla località costiera di Chiavari. Questo articolo esamina gli sviluppi dell’indagine e le testimonianze cruciali che hanno portato all’identificazione dei sospettati.
Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla è stato vittima di una tragica fine nella notte tra domenica 23 e lunedì 24 luglio. Il suo corpo, con la testa e le mani mozzate, è stato ritrovato nelle acque antistanti il porticciolo di Santa Margherita Ligure. La scoperta macabra ha scatenato una vasta operazione investigativa da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Chiavari, che hanno fermato i due cittadini egiziani per il terribile delitto.
Un dipendente della barberia di Chiavari, dove lavorava Ahmed ‘Bob’ Abdelwahab, ha fornito una testimonianza definita “significativa” dagli investigatori. Secondo la testimonianza, gli indagati erano arrivati domenica pomeriggio a Chiavari e avevano trascorso la notte nell’appartamento dietro il negozio. Il lunedì, Ahmed ha chiesto al dipendente di andare a lavorare, e dopo aver effettuato due tagli ai clienti, ha rivelato al dipendente la morte di Mahmoud. Sorprendentemente, ha affermato che il ragazzo era morto un’ora prima che venisse ritrovata la prima mano mozzata sulla spiaggia di Chiavari.
Durante gli interrogatori, sia Ahmed ‘Bob’ Abdelwahab che Mohamed Ali ‘Titò’ Abdelghani si sono accusati a vicenda dello smembramento del cadavere. Queste confessioni incrociate hanno ulteriormente complicato l’indagine e sollevato nuovi interrogativi sulla dinamica del delitto.
Secondo le motivazioni del fermo, il movente dell’omicidio è stato un litigio tra Mahmoud e il suo datore di lavoro. Il ragazzo voleva lasciare la barberia di Chiavari per iniziare a lavorare in un altro esercizio commerciale. Questa decisione avrebbe scatenato la furia dei due egiziani, che hanno reagito in modo estremo e violento.
Gli inquirenti hanno ricostruito la sequenza degli eventi che ha portato alla tragica fine di Mahmoud. Inizialmente, il giovane è stato ucciso a coltellate, con il cuore spaccato, all’interno della casa. I due sospettati hanno poi posto il cadavere in una valigia e l’hanno trasportato da Genova a Chiavari in taxi. Qui, hanno proceduto a tagliare la testa e le mani del ragazzo prima di gettarne i resti in mare, cercando di nascondere ogni traccia del loro agghiacciante crimine.
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