La prof assente da scuola 20 anni su 24 anni di servizio si difende, “Ricostruirò tutto, ma ora sono al mare”
Una professoressa di Chioggia, una città vicino a Venezia, è stata licenziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca perché è stata assente dalla scuola per la maggior parte dei 24 anni in cui ha lavorato. La docente, di 56 anni, insegna storia e filosofia alle scuole superiori ed è stata effettivamente presente a scuola solo per 4 mesi durante tutto il suo impiego. È importante notare che riceveva l’assegnazione annuale di lavoro perché era la moglie di un ufficiale della Guardia di Finanza.
La notizia della sua situazione è diventata famosa in tutta Italia e la professoressa ha rilasciato una breve dichiarazione a Repubblica. Ha detto: “Mi scuso, ma ora sono al mare” e ha aggiunto che avrebbe spiegato tutta la verità di questa vicenda unica e surreale. È interessante notare che Cinzia Paolina De Lio è anche una giornalista pubblicista e ha annunciato che avrebbe gestito personalmente la parte mediatica della questione.
Il Ministero ha accusato la professoressa di essere distratta durante le interrogazioni degli studenti perché usava costantemente il cellulare per mandare messaggi. Inoltre, le è stato contestato il fatto di non prendersi cura adeguatamente delle lezioni, tanto da non possedere nemmeno il libro di testo, che prendeva in prestito dagli studenti. Altre accuse riguardavano gravi errori nella preparazione dei programmi di studio, con ore e argomenti diversi da quelli effettivamente trattati. Ad esempio, un argomento su Hegel non era mai stato affrontato in classe.
Il Ministero ha inviato tre ispettrici che hanno constatato che la professoressa non aveva criteri coerenti per assegnare i voti, spiegava in modo poco chiaro e confuso, improvvisava durante le lezioni, leggeva semplicemente dal libro di testo dei suoi studenti senza una vera struttura logica, assegnava voti senza motivazione, organizzava male i compiti e i test.
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di licenziare la docente, come aveva già stabilito la Corte d’Appello di Venezia nel 2021. Tuttavia, inizialmente, nel 2018, il tribunale aveva dato ragione alla professoressa, affermando che il licenziamento era stato ingiustificato. I giudici avevano ritenuto che il periodo di ispezione di tre giorni fosse troppo breve per valutare in modo completo l’incompetenza della docente.
Secondo la sentenza della Cassazione, la libertà di insegnamento nelle scuole implica che gli insegnanti abbiano autonomia didattica per formare appieno la personalità degli studenti, che hanno il diritto di ricevere un’istruzione di qualità. Tuttavia, questa libertà non significa che gli insegnanti possano ignorare completamente l’adozione di metodi didattici adeguati o la necessità di organizzare e strutturare le lezioni in modo appropriato.