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Suleman, vittima dell’implosione del Titan, un destino avverso alla sua volontà, “Era terrorizzato dal viaggio”, salito sul sommergibile solo per accontentare il papà

Le speranze di trovare ancora in vita le cinque persone a bordo del sommergibile Titan sono state definitivamente cancellate dalle parole di OceanGate, l’azienda proprietaria dell’imbarcazione: “Purtroppo, crediamo che l’equipaggio non abbia più possibilità di essere vivo”. La conferma della tragedia è arrivata con il ritrovamento dei frammenti annunciato dalla Bbc. In queste ore, una persona che è disperata per quanto accaduto è Azmeh Dawood, che ha perso suo fratello Shahzada Dawood e suo nipote Suleman nell’incidente. Suleman, uno studente dell’università scozzese di Strathclyde, si trovava sul sommergibile solo per accontentare suo padre, ed era profondamente spaventato. La zia ha dichiarato alla Nbc che Suleman era terrorizzato dall’idea di salire sul Titan.

Azmeh, tra i singhiozzi, ha spiegato alla testata americana di sentirsi incredula per questa situazione straordinaria e surreale. Negli ultimi giorni è rimasta incollata alla televisione e ha deciso di parlare quando le notizie non lasciavano più spazio a speranze. Ha descritto la sensazione come quella di essere intrappolata in un film spaventoso, dove si avverte un conto alla rovescia senza nemmeno sapere per cosa si sta combattendo.

Suleman non era convinto di salire a bordo del Titan, anzi, era terribilmente spaventato. Secondo la zia, questo weekend si celebrava la Festa del Papà e il ragazzo non voleva deludere suo padre, un uomo d’affari proveniente dal Pakistan.

Shahzada faceva parte di una delle famiglie più ricche del Pakistan. La Dawood Hercules Corporation, l’azienda di famiglia, investe in vari settori, come l’agricoltura e la salute. Shahzada era vicepresidente della Engro Corporation, un’azienda pakistana specializzata nei fertilizzanti. Insieme a suo figlio Suleman, stava trascorrendo una vacanza in Canada. Shahzada aveva una grande passione per la storia del Titanic, ma purtroppo questa passione si è trasformata in tragedia.

La famiglia Dawood ha rilasciato una dichiarazione in cui descrive Suleman come un grande appassionato di letteratura fantascientifica e di scoperte nuove. Amava giocare a pallavolo e risolvere il cubo di Rubik, e aveva appena completato il suo primo anno presso la Business School dell’università scozzese.