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MI Casa es tu casa: Chiambretti rimprovera Malgioglio

Ieri, mercoledì 4 gennaio i telespettatori di Rai2 hanno assistito a un incontro tra vecchi amici durante il finale della prima serie di Mi casa es tu casa. Il programma, diretto e condotto da Cristiano Malgioglio – fortemente voluto dall’attuale responsabile del prime time della televisione pubblica – che ha chiuso questo primo ciclo con la quinta e ultima puntata che con l’ospite centrale Piero Chiambretti.

 Si è trattato di una reunion molto speciale tra due amici che hanno lavorato insieme a molti progetti. Alla vigilia del suo lancio su Canale 5 con il nuovo varietà La Tv dei 10o e uno, il nostro Pierino nazionale ha fatto una lunga chiacchierata con Malgioglio.

La conversazione tra Chiambretti e Malgioglio non si è concentrata solo su argomenti di lavoro e di antagonismo, come è tipico degli amici di lunga data, ma anche su questioni più intime.

Chiambretti ha condiviso con Malgioglio le sue esperienze private degli ultimi anni, la più significativa delle quali è il legame con la madre, scomparsa durante la fase più dura dell’epidemia di Covid in Italia. Chiambretti, inoltre, ha criticato garbatamente Malgioglio per la sua vita professionale per essere troppo presente in tv.

Cristiano Malgioglio ha seguito il consiglio di concentrarsi maggiormente solo sui progetti di qualità, e presto lo vedremo come giurato in Tali e quali, Tale e quale Speciale Sanremo e Eurovision Song Contest 2023 al fianco di Gabriele Corsi. Per la prossima stagione, sta pensando a una nuova serie di Mi casa es tu casa, questa volta dal sapore più internazionale, a seconda del budget a disposizione.

Piero Chiambretti e lo straziante racconto della morte della madre

Piero Chiambretti ha raccontato la pagina più triste degli ultimi suoi anni, il periodo Covid “Quello è stato un periodo che non auguro a nessuno  il Covid che abbiamo preso noi era il primissimo, quello di cui non si sapeva nulla. Sembrava di essere in guerra”.

Gli ultimi momenti di vita della madre

“Lei aveva altre patologie e quindi in cinque giorni il virus le aveva completamente mangiato i polmoni. Portarono mia madre nella mia stessa stanza. Eravamo io e lei soli e sapevo che di lì a poco non ce l’avrebbe fatta, perché un’infermiera me l’aveva detto. Mi addormentai dalla stanchezza e quando mi sveglia vidi una cosa che non scorderò mai. L’infermiera metteva due dita sulla carotide di mia madre constatando il decesso. Ho visto la morte di mia madre con i miei occhi, ma almeno eravamo insieme anche lì”.