L’inquinamento indoor rappresenta una delle sfide più sottovalutate nel panorama della salute pubblica. In molte abitazioni e spazi di lavoro, la qualità dell’aria interna può risultare addirittura peggiore rispetto a quella esterna. Questo fenomeno, noto come inquinamento indoor, è legato alla presenza di agenti inquinanti di natura chimica, fisica o biologica negli ambienti chiusi. Negli ultimi decenni, con l’aumento del tempo trascorso in spazi al chiuso, l’attenzione verso questo problema è aumentata, e i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) evidenziano la gravità della situazione.
Cos’è l’inquinamento indoor?
L’inquinamento indoor si riferisce alla contaminazione dell’aria all’interno di case, uffici e scuole, causata da vari agenti inquinanti. Questi possono derivare da materiali da costruzione e arredamenti, dall’uso di prodotti chimici per la pulizia, dal fumo di sigaretta, dalla proliferazione di muffe e acari della polvere, fino a gas pericolosi come il radon, che può infiltrarsi dal suolo. La scarsa qualità dell’aria interna è un fattore di rischio significativo per la salute, contribuendo allo sviluppo di malattie respiratorie, allergie e disturbi cardiovascolari. Ad esempio, secondo l’OMS, l’inquinamento dell’aria indoor è responsabile di circa il 2,7% delle malattie globali.
Inquinamento indoor e patologie associate
Le conseguenze dell’inquinamento indoor sulla salute sono molteplici. Uno studio pubblicato su The International Journal of Tuberculosis and Lung Disease ha evidenziato che ogni anno circa due milioni di persone muoiono a causa di questa forma di inquinamento, di cui un milione sono bambini sotto i cinque anni. Le patologie associate includono:
- Polmoniti
- Infezioni respiratorie croniche
- Infarti
- Problemi cardiovascolari
Inoltre, i sintomi a breve termine come mal di testa, stanchezza, irritazione delle vie respiratorie e sindrome dell’edificio malato (Sick Building Syndrome) possono manifestarsi anche in ambienti con una qualità dell’aria non ottimale. La buona notizia è che molti di questi disturbi migliorano allontanandosi dalla fonte di inquinamento.
Principali fonti di inquinamento indoor
Le fonti di inquinamento indoor possono essere suddivise in tre categorie principali:
Inquinanti chimici: derivano da fumo di sigaretta, materiali da costruzione, vernici e detergenti. La combustione domestica, ad esempio, può rilasciare sostanze tossiche nell’aria.
Inquinanti biologici: includono muffe, acari della polvere, funghi e batteri, che prosperano in ambienti umidi e poco ventilati.
Inquinanti fisici: tra cui il radon, un gas radioattivo che proviene dal sottosuolo e può accumularsi negli edifici, considerato cancerogeno.
Come ridurre l’inquinamento indoor: regole generali
Migliorare la qualità dell’aria interna è possibile seguendo alcune semplici pratiche. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) fornisce alcune linee guida utili:
Evitare di fumare in casa: Se non è possibile smettere, è fondamentale evitare di fumare all’interno, poiché le sostanze chimiche del fumo possono persistere a lungo nell’ambiente.
Non mescolare prodotti chimici: Durante le pulizie, è importante non combinare detergenti diversi, poiché potrebbero generare vapori tossici pericolosi.
Scegliere materiali sicuri: Durante ristrutturazioni, preferire materiali con basse emissioni di sostanze nocive, come vernici e mobili privi di formaldeide.
Aerare frequentemente: Aprire le finestre per consentire il ricambio d’aria è cruciale, soprattutto in orari in cui il traffico è ridotto.
Lavare regolarmente tessuti: Pulire tende, coperte e tappeti previene la proliferazione di muffe e acari.
Manutenere impianti di climatizzazione: Pulire i filtri e fare regolare manutenzione ai condizionatori aiuta a mantenere l’aria sana.
Con l’adozione di queste pratiche, è possibile migliorare significativamente la qualità dell’aria che respiriamo.
Ridurre l’inquinamento indoor con i purificatori d’aria
La tecnologia offre diverse soluzioni per contrastare l’inquinamento indoor. I purificatori d’aria, in particolare, sono dispositivi progettati per rimuovere particelle inquinanti dall’aria. Oggi sul mercato esistono vari modelli, con caratteristiche e fasce di prezzo diverse, in grado di adattarsi a ogni esigenza. Investire in un purificatore d’aria può rivelarsi una scelta salutare, migliorando il benessere complessivo all’interno della propria abitazione.
Le piante che purificano l’aria di casa
Per chi preferisce soluzioni naturali, molte piante da interno hanno la capacità di assorbire inquinanti e migliorare la qualità dell’aria. Ecco alcune delle più efficaci:
Ficus Benjamin: Questa pianta non solo è esteticamente gradevole, ma è anche un potente purificatore dell’aria, capace di assorbire sostanze tossiche.
Pothos: Ideale anche per chi non ha il pollice verde, questa pianta richiede poche cure e contribuisce a migliorare l’aria.
Sansevieria: Conosciuta anche come “lingua di suocera”, è in grado di eliminare la formaldeide e richiede poca manutenzione.
Edera inglese: Ottima per gli ambienti umidi, l’edera è particolarmente efficace nel combattere la muffa.
L’inquinamento indoor è un problema di cui spesso non ci rendiamo conto, ma che può avere ripercussioni significative sulla nostra salute. Fortunatamente, con alcune semplici pratiche quotidiane e l’aiuto di soluzioni tecnologiche o naturali, è possibile migliorare la qualità dell’aria che respiriamo all’interno delle nostre case.