Tahar Ben Jelloun: come arte e poesia sfidano i totalitarismi
La cultura riveste un’importanza fondamentale nella nostra società, un concetto che Tahar Ben Jelloun, noto scrittore marocchino e vincitore del premio Goncourt, ha sottolineato con forza durante un recente incontro a Bari. Con la sua eloquenza, Ben Jelloun ha messo in evidenza come la cultura rappresenti una forma di resistenza contro i totalitarismi e le oppressive dittature che affliggono diverse parti del mondo. “La cultura salva il mondo”, ha affermato, evidenziando il potere trasformativo di arte, poesia e creatività, che riescono a fiorire anche nei contesti più difficili.
Nel corso della sua conversazione con l’ANSA, l’autore ha evidenziato l’importanza di mantenere viva la cultura in una società, affermando che “una società senza cultura è morta”. Questa riflessione non è casuale; Ben Jelloun si riferisce a paesi come Iran, Russia e Algeria, dove la repressione culturale e la censura sono all’ordine del giorno. In questi contesti, gli artisti assumono un ruolo fondamentale, diventando portavoce di una resistenza che si oppone a ogni forma di oppressione.
Ben Jelloun è un testimone diretto delle conseguenze devastanti dei regimi totalitari. La sua vita e il suo lavoro sono permeati da un profondo impegno per la libertà di espressione e la dignità umana. Nato a Fes nel 1944, ha vissuto in prima persona le tensioni politiche e sociali del suo paese, che lo hanno spinto a cercare rifugio in Francia. La sua esperienza personale ha influenzato profondamente la sua scrittura, rendendola un potente strumento di critica sociale. I suoi romanzi, poesie e saggi affrontano tematiche come:
Questi temi sono sempre trattati con un occhio critico verso le ingiustizie.
La recente cerimonia di inaugurazione del Bari International Film Festival (Bif&st), di cui Ben Jelloun presiede la giuria della sezione Meridiana dedicata ai film sul Mediterraneo, ha fornito un’importante piattaforma per discutere di questi temi. Il Mediterraneo, crocevia di culture e tradizioni, è un simbolo di speranza ma anche di conflitti. Ben Jelloun ha messo in evidenza come il cinema e l’arte possano fungere da strumenti di dialogo e comprensione tra i popoli, sottolineando l’importanza di raccontare storie che riflettano le diverse sfaccettature della vita in questa regione complessa.
Durante l’incontro, il tema del conflitto in corso nella striscia di Gaza è emerso con forza. Ben Jelloun ha denunciato la situazione attuale, descrivendo “un assassino, un criminale che fa tutto ciò che vuole, senza giustizia”. Le sue parole risuonano come un grido di dolore per le vittime innocenti di guerre e violenze, un richiamo a non dimenticare l’umanità che si trova dietro le statistiche e le notizie che spesso riempiono i titoli dei giornali. Il suo intervento non è solo una critica alla situazione politica, ma anche un invito a riflettere sul potere dell’arte nel raccontare queste storie di sofferenza e resistenza.
Ben Jelloun rappresenta una generazione di intellettuali e artisti che, di fronte all’oppressione, scelgono di non rimanere in silenzio. La sua opera è un faro di speranza per molti, dimostrando che arte e poesia possono resistere e persino prosperare in tempi di crisi. La sua convinzione che “alla fine vincono sempre la poesia, l’arte e la creatività” è un messaggio di ottimismo che invita a non perdere la fede nel potere trasformativo della cultura.
Negli anni, Ben Jelloun ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui il prestigioso Prix Goncourt nel 1987 per il romanzo “La notte dell’ignoto”. Le sue opere sono tradotte in più di quaranta lingue e continuano a ispirare lettori in tutto il mondo. Attraverso la sua scrittura, l’autore ha saputo dare voce a coloro che spesso non hanno spazio per esprimersi, rendendo la sua opera un ponte tra culture diverse.
La conversazione di Ben Jelloun a Bari ha messo in evidenza non solo la crisi attuale, ma anche la resilienza della cultura. In un momento in cui il mondo sembra essere sempre più diviso, le parole dello scrittore marocchino ci ricordano che arte, poesia e creatività sono fondamentali per la costruzione di una società giusta e libera. La cultura non è solo un rifugio, ma una forma di resistenza e un mezzo per immaginare un futuro migliore, in cui la libertà di espressione e la dignità umana possano finalmente prevalere.
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