Il destino di Blatter e Platini: attesa per la sentenza del processo d’appello il 25

Oggi, in Svizzera, si è chiuso il processo d’appello che coinvolge Michel Platini, ex calciatore e presidente dell’UEFA, e Sepp Blatter, ex presidente della FIFA. Entrambi erano stati assolti in primo grado nel controverso caso riguardante pagamenti sospetti, che hanno portato alla loro esclusione dal mondo del calcio. Questo processo rappresenta un capitolo significativo nella storia recente del calcio, uno sport già segnato da scandali e controversie.

Nel corso dell’udienza, Platini ha espresso la sua frustrazione per la situazione attuale, dichiarando: “Ho cercato di preparare un messaggio finale, ma le mie parole erano piene di rabbia, quindi alla fine ho preferito non preparare nulla. Grazie per l’attenzione”. Le sue parole riflettono il peso emotivo e la tensione che entrambi gli imputati hanno vissuto durante questo lungo processo legale. Dall’altra parte, Blatter ha rivelato di sentirsi “come in un brutto film”, un’affermazione che evidenzia l’assurdità di una situazione che ha visto due figure di spicco del calcio mondiale trovarsi sul banco degli imputati.

la sentenza attesa e le accuse

Il 25 marzo, la Corte d’appello straordinaria del Tribunale penale federale di Muttenz emetterà la sentenza definitiva riguardo al futuro di Platini, 69 anni, e Blatter, 88 anni. Entrambi rischiano di affrontare fino a cinque anni di carcere per frode, un’accusa che, sebbene sia stata già esaminata in primo grado, continua a sollevare interrogativi non solo sul caso specifico, ma anche sull’integrità delle istituzioni calcistiche.

Il procuratore Thomas Hildbrand ha richiesto una pena detentiva di 20 mesi con la condizionale per entrambi, accusandoli di aver frodato la FIFA di due milioni di franchi svizzeri (circa 1,8 milioni di euro) nel 2011. Questo pagamento, secondo l’accusa, si basava su un “credito inesistente” presentato da Platini. La vicenda ha radici lontane, risalenti al periodo in cui Platini ha svolto il ruolo di consulente per Blatter tra il 1998 e il 2002. L’accusa sostiene che Platini abbia “ingannato” l’amministrazione della FIFA, avvalendosi della complicità di Blatter, presentando una “fattura falsa” nonostante avesse già ricevuto il pagamento totale per il suo lavoro.

la difesa di platini e blatter

Platini e Blatter hanno sempre sostenuto di aver regolarizzato un debito contratto nel 1998, asserendo che il pagamento fosse stato ritardato a causa delle difficoltà finanziarie della FIFA in quel periodo. Gli imputati hanno affermato che non è mai esistita una documentazione formale riguardo al compenso di un milione di franchi svizzeri all’anno, promessa verbalmente da Blatter. La mancanza di prove tangibili ha giocato a loro favore, tanto che in primo grado i magistrati hanno trovato “alquanto insolito” che un compenso così elevato fosse stato deciso senza alcuna traccia scritta, testimoni o registrazioni nei conti della FIFA.

La sentenza di primo grado aveva evidenziato l’impossibilità di stabilire la frode con un grado di probabilità che rasentasse la certezza, un principio fondamentale nel diritto penale che implica che gli imputati debbano beneficiare di qualsiasi dubbio. Questa decisione ha suscitato opinioni contrastanti, lasciando aperta la questione su quanto fosse realmente trasparente la gestione finanziaria di un’organizzazione così potente come la FIFA.

l’importanza della sentenza per il futuro del calcio

Il caso ha attirato l’attenzione dei media di tutto il mondo, non solo per le figure coinvolte, ma anche per l’importanza di garantire la trasparenza e la responsabilità all’interno delle istituzioni sportive. La reputazione della FIFA, già compromessa da una serie di scandali e polemiche, è stata ulteriormente messa alla prova da questa vicenda. Negli ultimi anni, l’organizzazione ha cercato di riformarsi e di ripristinare la fiducia tra i tifosi, le federazioni nazionali e gli sponsor, ma il processo che coinvolge Platini e Blatter ha riaperto vecchie ferite e interrogativi sul funzionamento interno dell’ente.

La sentenza prevista per il 25 marzo 2024 sarà cruciale non solo per Platini e Blatter, ma anche per il futuro della FIFA e per la credibilità del calcio come sport. In un momento in cui il calcio sta cercando di rialzarsi dopo anni di scandali, la conclusione di questo processo potrebbe segnare un punto di svolta, determinando se le istituzioni calcistiche saranno in grado di recuperare la loro reputazione o se continueranno a essere accompagnate da dubbi e sospetti.

Con l’attesa crescente per il verdetto finale, il mondo del calcio osserva con attenzione l’evoluzione di questo caso, consapevole che la sentenza non riguarderà solo il destino di due uomini, ma avrà ripercussioni ben più ampie sul futuro del calcio mondiale.