Il 23 febbraio si avvicina e con esso la tanto attesa partita di calcio tra Sorrento e Cerignola, valida per il girone C della Serie C, che si svolgerà allo stadio Viviani di Potenza. Tuttavia, la gara ha già sollevato polemiche e preoccupazioni, in particolare a causa di una decisione del prefetto di Potenza, Michele Campanaro. Quest’ultimo ha emesso un’ordinanza che vieta la vendita di biglietti per la partita ai residenti nella provincia di Foggia, area di provenienza dei tifosi del Cerignola.
La decisione del prefetto e le sue motivazioni
La scelta di giocare a Potenza non è casuale: il Sorrento ha dovuto trasferire le sue partite casalinghe presso lo stadio Viviani a causa di lavori di adeguamento delle strutture del suo stadio, il “Italia”. Questa situazione ha creato un contesto particolare, in cui la partita di febbraio assume un significato più ampio non solo dal punto di vista sportivo, ma anche sociale e di sicurezza.
La decisione di vietare l’accesso ai tifosi del Cerignola è stata presa dopo un’attenta valutazione del Comitato di Analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive. La relazione del comitato ha messo in evidenza l’alto rischio di incidenti e turbative all’ordine pubblico, dovuto ai precedenti episodi di violenza tra le tifoserie delle due squadre. È noto che i rapporti tra i tifosi lucani e cerignolani sono stati storicamente tesi, con scontri che risalgono a diversi anni fa e che hanno lasciato un segno nella memoria collettiva delle due comunità.
Le reazioni e il clima attorno alla partita
Il clima attorno alla partita è palpabile, con i tifosi del Sorrento che si preparano a sostenere la loro squadra in un match cruciale per la classifica del girone C. Attualmente, il Sorrento sta cercando di risalire la china, dopo un inizio di stagione non facile. I giocatori, guidati dall’allenatore, sono consapevoli dell’importanza di questo incontro e della necessità di ottenere punti preziosi.
Dall’altra parte, il Cerignola si presenta come avversaria temibile. La squadra pugliese ha dimostrato di avere un buon potenziale, con un attacco incisivo e una difesa che, sebbene abbia mostrato qualche vulnerabilità, è stata in grado di resistere agli assalti delle squadre avversarie. I tifosi del Cerignola, sebbene non potranno essere presenti sugli spalti, stanno preparando una serie di iniziative per sostenere la loro squadra da lontano, come ad esempio la creazione di striscioni e messaggi di incitamento sui social media.
Considerazioni finali sulla sicurezza e l’identità locale
Il divieto di accesso ai tifosi del Cerignola ha scatenato reazioni contrastanti. Da un lato, i sostenitori della scelta del prefetto sottolineano la necessità di garantire la sicurezza pubblica e di prevenire situazioni di violenza. Dall’altro, ci sono quelli che criticano questa decisione, ritenendola ingiusta e discriminatoria nei confronti di una parte dei tifosi. La questione della sicurezza negli stadi e il diritto di ogni tifoso di assistere alle partite sono dibattiti accesi nel panorama calcistico italiano.
Inoltre, il contesto socio-culturale in cui si inserisce questa partita è di grande rilevanza. Sorrento e Cerignola non sono solo città con legami sportivi, ma anche centri con una forte identità culturale e storica. La rivalità tra le tifoserie si intreccia con questioni più ampie, come la questione dell’identità locale e il senso di appartenenza a una comunità. La partita del 23 febbraio, quindi, potrebbe non essere solo un incontro di calcio, ma anche un momento di riflessione su ciò che il calcio rappresenta per le comunità locali.
In questo clima di attesa e tensione, tutti gli occhi saranno puntati sullo stadio Viviani. I tifosi del Sorrento si preparano a dare il massimo per sostenere la loro squadra, mentre il Cerignola, pur privo del supporto diretto dei suoi tifosi, cercherà di fare la sua parte in campo, dimostrando che il calcio può ancora essere un momento di festa e competizione leale.