Il Giorno della Memoria, celebrato ogni anno il 27 gennaio, rappresenta un momento di profonda riflessione e commemorazione per le vittime dell’Olocausto e per coloro che hanno sofferto a causa del regime nazifascista. Quest’anno, la città di Barletta ha ospitato una cerimonia particolarmente significativa, durante la quale sono state consegnate 31 medaglie d’onore a familiari di vittime della brutalità dell’epoca. Le medaglie, conferite dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, simboleggiano un riconoscimento e una gratitudine per coloro che hanno vissuto, e in molti casi hanno perso la vita, a causa dell’odio e della persecuzione.
Importanza della cerimonia a Barletta
La cerimonia si è svolta in un istituto scolastico di Barletta, un luogo scelto non a caso per il suo ruolo fondamentale nell’educazione delle nuove generazioni. La prefetta della Bat, Silvana D’Agostino, ha sottolineato l’importanza della scuola come “luogo privilegiato in cui educare i giovani alla fraternità e per far capire che l’odio è un sentimento che non bisogna mai nutrire”. Questa affermazione pone l’accento sul compito della società di trasmettere valori di rispetto e tolleranza, specialmente in un periodo in cui le tensioni sociali sembrano riemergere in vari angoli del mondo.
Testimonianze toccanti
Durante la cerimonia, sono emerse storie toccanti, come quella di Maria Pellegrini, che ha ricevuto la medaglia in memoria di suo padre, Domenico Pellegrini, deportato in Germania a soli 19 anni. Maria ha raccontato:
1. “Mio padre era giovanissimo quando fu preso e portato in Germania.”
2. “Questa medaglia oggi mi commuove perché mi ricorda lui e tutto il dolore che ha provato.”
Le sue parole risuonano come un grido di memoria e giustizia, un appello a non dimenticare le atrocità del passato. Anche la testimonianza di Rosa, figlia di Francesco Di Salvo, deportato nel 1943, ha colpito profondamente. Rosa ha descritto le condizioni disumane in cui viveva suo padre durante la prigionia: “Freddo, fame e lavoro intenso”. Anche per lei, la medaglia rappresenta un riconoscimento della sofferenza della sua famiglia e di tutte le famiglie che hanno vissuto esperienze simili.
Un appello alla responsabilità collettiva
Durante la cerimonia, la prefetta D’Agostino ha espresso un forte appello alla responsabilità collettiva: “Come adulti, rappresentanti delle istituzioni e del mondo della scuola, abbiamo il dovere di aprire il cuore a tutti sempre, nella logica della fraternità, della solidarietà e della pace”. Queste parole risuonano come un monito, un invito a riflettere sul presente e sul futuro, a non ripetere gli errori del passato e a promuovere un clima di rispetto e comprensione reciproca.
La cerimonia di Barletta non è solo un momento di commemorazione, ma anche un’opportunità per educare le nuove generazioni sui pericoli dell’odio e della discriminazione. Gli eventi come il Giorno della Memoria fungono da catalizzatori per questo processo educativo, creando uno spazio in cui le testimonianze possono essere condivise e le lezioni apprese.
In un’epoca in cui i valori della civiltà e della democrazia sono messi alla prova, eventi come quello di Barletta sono fondamentali. Essi ci ricordano che la storia non deve mai essere dimenticata e che il nostro impegno per la pace e la solidarietà deve essere costante. La memoria è un patrimonio collettivo che dobbiamo custodire gelosamente, affinché le tragedie del passato non si ripetano mai più.