Il racconto tragico del cantante Gigi D’Alessio: anni fa ha rischiato la vita insieme a suo figlio, parole drammatiche.
Era il 26 dicembre del 2004 quando un terremoto devastante di magnitudo 9.2 colpì l’oceano Indiano, dando origine a uno tsunami che ha segnato la storia e la vita di milioni di persone.
Tra coloro che si trovarono nel bel mezzo di questo evento catastrofico c’era anche Gigi D’Alessio, il celebre cantautore napoletano, che ricorda vividamente quel giorno drammatico, un’esperienza che ha segnato la sua vita e la sua carriera.
Gigi D’Alessio, il racconto drammatico
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, D’Alessio ha raccontato di essere in vacanza con i suoi figli a Soneva Fushi, un paradiso tropicale delle Maldive, dove si era recato per trascorrere le festività natalizie. “A fine ottobre avevo pubblicato il mio undicesimo album, ‘Quanti amori’, e decidemmo di partire per staccare, per goderci qualche giorno di relax”, ha spiegato il cantautore. Quella che doveva essere una vacanza idilliaca si trasformò in un incubo, quando il mare, in un attimo, si trasformò in un mostro che divorò tutto ciò che incontrava sul suo cammino.
Ricordando quei momenti, D’Alessio ha descritto la scena come: “[…]Uno di quei disaster movie che vediamo al cinema”. Con lui c’era anche il figlio Luca, oggi noto come LDA. “Arrivò un muro d’acqua alto metri. Feci appena in tempo a prendere in braccio mio figlio Luca, che allora aveva poco più di un anno. Uscimmo dal mio bungalow e andammo a controllare come stavano gli altri miei figli, Claudio e Ilaria, nella struttura accanto. Mi muovevo nell’acqua che saliva sempre di più, sollevando il piccolo Luca sempre più in alto. Riuscimmo poi a raggiungere tutti una zona sicura tra urla, disperazione, distruzione. Nulla si salvò”, ha raccontato D’Alessio, la voce tremante mentre riviveva quell’orrore.
L’impatto emotivo di quella tragedia è stato devastante. D’Alessio ha rivelato di provare un profondo senso di colpa per essere sopravvissuto, mentre tanti altri hanno perso tutto. “Ho provato un profondo senso di colpa per il solo fatto di essermi salvato e di poter ritornare alla mia vita agiata”, ha confessato. Questo sentimento di colpa, unito alla memoria di coloro che hanno sofferto, ha segnato profondamente la sua esistenza.
Nonostante siano passati vent’anni, i ricordi di quel giorno non sono svaniti. “Pensavo che il tempo avrebbe trasformato questa giornata in un ricordo evanescente, invece non è stato così”, ha detto. D’Alessio ha sottolineato l’importanza di ricordare le persone che hanno subito perdite in quella catastrofe. “Non ho dimenticato quello che accadde, non volevo farlo. Ricordo la compostezza di quella gente, la loro forza, la loro capacità di fare gruppo e di aiutare chiunque, anche noi turisti. Il coraggio di donne, uomini e bambini che scavano a mani nude”.