Una recente indagine rivela che gli italiani non si sentono mai davvero anziani, spostando sempre più avanti l’asticella dell’età.
Secondo l’indagine “L’età senza età”, condotta dall’Osservatorio Nestlé su un campione di 1.000 italiani, la percezione della vecchiaia è cambiata profondamente. Il 51% degli intervistati afferma di sentirsi più giovane della propria età. Tra gli over 65, la percentuale sale al 69%, escludendo i problemi fisici. Per il 24% delle persone, i segni visibili del tempo, come rughe o capelli bianchi, definiscono l’inizio della vecchiaia. Tuttavia, gli over 65 associano l’invecchiamento alla fine dei progetti, un evento che molti cercano di posticipare continuando a lavorare, dedicandosi ai nipoti, o seguendo hobby e volontariato.
Nic Palmarini, direttore del National Innovation Centre for Ageing (NICA), sottolinea che il concetto di “età equivalente” ha trasformato la percezione della vecchiaia. “Un 70enne degli anni ’70 è molto diverso da un 70enne di oggi grazie ai progressi tecnologici e culturali,” afferma. Inoltre, il rifiuto di accettare il proprio “sé futuro” contribuisce a questa visione: le persone sentono di avere sempre “qualche anno in meno” e spostano continuamente il confine dell’anzianità.
La vecchiaia, però, non è priva di preoccupazioni. I giovani tra i 18 e i 34 anni temono principalmente i cambiamenti estetici, mentre dai 35 ai 54 anni l’attenzione si sposta sulla forza fisica. La solitudine, solitamente associata agli anziani, emerge come una paura più forte tra gli under 35. Palmarini suggerisce soluzioni come il co-housing e progetti di convivenza tra studenti e anziani per combattere l’isolamento sociale.
In Italia, nonostante l’alta aspettativa di vita, il pregiudizio verso l’invecchiamento è ancora diffuso. Palmarini definisce l’ageismo una discriminazione “trasversale e interiorizzata”, che colpisce soprattutto le donne. Tuttavia, con il cambiamento culturale, cresce l’attenzione verso gli over 60, destinati a raggiungere i 2 miliardi nel mondo entro il 2050.
Guardando al passato, gli italiani consigliano di dedicare tempo a esperienze significative, come viaggi e famiglia. I giovani danno importanza alla salute mentale, mentre gli over 55 enfatizzano l’attività fisica e una dieta equilibrata. Oltre il 60% degli over 55 ha migliorato la propria alimentazione, riducendo il consumo di carne e dolci, ma gli esperti avvertono che ridurre troppo l’apporto calorico in età avanzata potrebbe non essere sempre positivo.
L’indagine dimostra che la vecchiaia non è più sinonimo di declino, ma di una fase in cui rimanere attivi, perseguire obiettivi e coltivare relazioni contribuisce a migliorare la qualità della vita. L’evoluzione culturale e sociale sta ridefinendo il concetto di anzianità, trasformandola in un’opportunità per continuare a crescere e contribuire alla comunità.
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