Inchiesta Hacker: Vicepresidente Sea indagato per spionaggio di oltre 800mila persone
Caso spionaggio a Milano, fra politici e dossier segreti
Le indagini sulla presunta banda di spionaggio milanese coinvolgono figure di rilievo come Pierfrancesco Barletta e Enrico Pazzali, suscitando reazioni politiche.
INDAGINI SUL MERCATO DELLE INFORMAZIONI
Il 29 Ottobre 2024 ha visto un crescente scalpore a Milano riguardo all’operazione condotta dalla DDA, con al centro Pierfrancesco Barletta, attualmente autosospeso dalla sua carica di vicepresidente di Sea, ex membro del CDA di Leonardo. Indagato per accesso abusivo a sistema informatico, Barletta è accusato di avere commissionato un dossier su una donna e un chirurgo plastico, con richieste di intrusione nei loro telefoni. In un contesto preoccupante, il pubblico ministero Francesco De Tommasi ha rivelato che più di 800.000 sono le vittime di dossieraggio tra il 2022 e il 2024, con caso rilevante anche per i cittadini russi-internazionali, come Alexandrovich Toporov e Victor Kharitonin.
ARCHIVIO E INCHIESTE
Il materiale sequestrato include un archivio attribuito all’ex super poliziotto Carmine Gallo, con potenziali rivelazioni sensibili e una rete di corruzione. In particolare, le operazioni illecite implicano dossier e traffico di dati, con scopi politici evidenti, incluso il presunto tentativo di screditare Letizia Moratti. Dichiarazioni di Samuele Calamucci, un ex hacker, rivelano informazioni sulla strategia per infiltrarsi in aziende, proponendo travestimenti per piazzare cimici.
POSITIONI POLITICHE E RIFLESSIONI
Franco Gabrielli, ex capo della Polizia, ha criticato la risposta pubblica all’inchiesta, affermando: “Com’è possibile che nel 2024, in un tempo in cui le informazioni sono facilmente reperibili, ci si sorprenda?”. Gabrielli ha anche sottolineato la vulnerabilità delle infrastrutture informatiche in Italia. Le sue dichiarazioni richiamano l’attenzione sulla necessità di investimenti per garantire la sicurezza dei dati.
REAZIONI DA PARTITI E FIGURE PUBBLICHE
In una dichiarazione controversa, Matteo Renzi ha definito la situazione uno “scandalo” e ha esposto la sua preoccupazione per la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, avendo lui stesso subito intrusioni nella propria vita privata.