Procedura di Beatificazione per Sammy Basso: l’annuncio del Vescovo di Vicenza

In seguito alla prematura scomparsa di Sammy Basso, il vescovo di Vicenza, don Giuliano Brugnotto, ha espresso il desiderio di avviare la procedura di beatificazione, un percorso complesso e lungo. Il desiderio di beatificazione e …

In seguito alla prematura scomparsa di Sammy Basso, il vescovo di Vicenza, don Giuliano Brugnotto, ha espresso il desiderio di avviare la procedura di beatificazione, un percorso complesso e lungo.

Il desiderio di beatificazione e il lungo percorso da seguire

A pochi giorni dalla morte di Sammy Basso, avvenuta a soli 28 anni, molte persone si sono mobilitate per chiedere l’avvio del processo di beatificazione. Sammy, ricercatore affetto da progeria, è scomparso in seguito a un malore improvviso, lasciando un segno profondo nella comunità locale. Durante la cerimonia funebre, celebrata il 11 ottobre a Tezze sul Brenta, il vescovo Brugnotto ha confermato la volontà di supportare la richiesta, pur sottolineando che il processo di beatificazione richiede tempo. “Ci vuole tempo”, ha dichiarato, specificando che, sebbene ci siano le premesse, sarà necessario attendere almeno cinque anni prima di poter avviare ufficialmente la pratica.

L’iter di beatificazione è regolato dal Dicastero delle Cause dei Santi, che stabilisce criteri precisi per avviare il processo. È essenziale che il candidato goda di una “fama di santità” e sia riconosciuto per la sua vita integrata e per le virtù cristiane. La prima fase consiste nel riconoscimento della persona come “Servo di Dio”, a seguire si passa al titolo di “Venerabile”, e infine si può arrivare alla beatificazione.

Il messaggio di fede e l’eredità di Sammy Basso

In un’intervista, la madre di Sammy, Laura Lucchin, ha evidenziato il forte legame del figlio con la fede, sostenendo che senza di essa il suo messaggio sarebbe “solo parole vuote”. Durante il funerale, don Brugnotto ha letto la lettera di addio di Sammy, in cui si rifletteva sulla sua vita e sulla sua accettazione della malattia. “Non c’è mai stata nessuna battaglia da combattere contro la progeria”, scrisse Sammy, “ma solo una vita da abbracciare”. Le sue parole risuonano come un invito a vivere la vita con pienezza, nonostante le sfide.

In memoria di Sammy, la sua famiglia e gli amici hanno espresso gratitudine per il supporto ricevuto, condividendo l’impatto positivo che ha avuto sulle vite di coloro che lo conoscevano. L’Associazione Italiana Progeria, fondata da Sammy e dalla sua famiglia nel 2005, continua a promuovere la consapevolezza sulla progeria e a sostenere la ricerca scientifica. Sul sito dell’associazione, campeggia la frase di Sammy: “Preferisco pensare alle tante cose in cui posso fare la differenza”.

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