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007 italiani hanno un malore dopo cena, uno muore, avvelenati da un liquore contenente veleno

Un tranquillo pasto tra amici si è trasformato in tragedia a Hammamet, dove un italiano è morto dopo aver ingerito un liquore fatto in casa. La vicenda assume contorni misteriosi con sospetti di avvelenamento.

Un agente dei servizi segreti muore dopo aver bevuto un liquore artigianale

La vittima, un ex agente dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (Aise) identificato come G.M., è deceduto a Hammamet, nel nord-est della Tunisia, dopo aver consumato una bevanda alcolica artigianale simile al nocino.

Secondo quanto riferito dall’Agenzia Nova, il liquore era ottenuto dalla fermentazione dei noccioli di pesco in alcol etilico. Durante la stessa cena, anche altri tre italiani hanno accusato sintomi di malessere e sono stati ricoverati presso il centro anti-veleni di Tunisi.

Tra loro, uno è stato posto in coma farmacologico per via delle condizioni critiche, ma ora starebbe mostrando segni di miglioramento. Questo individuo, secondo le indiscrezioni, sarebbe un ex agente dell’Agenzia informazioni e sicurezza interna (Aisi).

Gli ex agenti dell’intelligence e il presunto incidente

Secondo fonti qualificate citate dall’Adnkronos, i quattro italiani coinvolti risiedono in Tunisia da anni e sono ex agenti dell’intelligence ormai in pensione.

La cena è stata funestata dall’improvviso malessere causato dall’assunzione di un liquore fatto in casa.

Nonostante i sospetti, al momento l’ipotesi principale sembra essere quella di un incidente e non di un atto doloso. Le dinamiche dell’accaduto rimangono poco chiare, e non si esclude alcuna pista investigativa.

L’indagine e la possibile causa: avvelenamento da cianuro

La polizia tunisina sta indagando sull’accaduto, mantenendo un rigoroso riserbo sui dettagli. Tuttavia, alcune fonti avrebbero rivelato che la causa della morte dell’italiano potrebbe essere “avvelenamento da cianuro”.

Un elemento che aggiunge mistero alla vicenda è la presunta distruzione del liquido incriminato prima dell’arrivo delle forze dell’ordine da parte del proprietario dell’immobile, rendendo così impossibile una verifica ufficiale sulla presenza di cianuro.

Sulla vicenda si è attivato anche il Copasir, che ha richiesto alle autorità tunisine maggiori dettagli e chiarimenti sull’episodio.