Bari & Dintorni

Molfetta omicidio Antonella, Lavopa in lacrime: “Mi sono rovinato per Palermiti”

Michele Lavopa si dichiara pentito del suo gesto e nega ogni legame con la criminalità organizzata, ribadendo la sua volontà di vivere lontano dai clan.

Lo sfogo di Lavopa in carcere

Nella serata di domenica, Michele Lavopa, 21 anni, originario del quartiere San Paolo di Bari, ha incontrato il suo legale, l’avvocato Nicola Martino, dopo il drammatico interrogatorio nel quale ha confessato il coinvolgimento nell’omicidio di Eugenio Palermiti. Ancora sconvolto, ha esclamato: “Dì a mia madre che sto bene, non si deve preoccupare”, mentre piangeva all’interno della sua cella nel carcere di Bari. Lavopa ha dichiarato di aver covato rancore nei confronti della vittima da quando, sette anni fa, Palermiti lo aveva aggredito e umiliato davanti ad altri amici in un episodio avvenuto vicino al Fortino di Bari Vecchia, immortalato in un video diventato virale tra i conoscenti. Lavopa ha sottolineato come quell’episodio abbia segnato profondamente la sua vita, portandolo a un crescente senso di frustrazione e rabbia.

Secondo la ricostruzione fornita ai carabinieri, Lavopa e Palermiti si sono incontrati la notte dell’omicidio. In quell’occasione, Palermiti avrebbe offeso e minacciato Lavopa, impugnando un’arma, scatenando così la reazione violenta che ha portato alla tragedia. Lavopa ha confessato di aver sparato per primo, in preda al panico.

Il passato difficile e il rifiuto dei legami mafiosi

Nonostante le pesanti accuse, Michele Lavopa respinge categoricamente ogni associazione con gruppi mafiosi locali, come quello degli Strisciuglio, con cui sarebbe stato legato per la vicinanza al marito della madre. “Io non sto in nessun clan, a me piace vivere, mi piace la vita che facevo“, ha affermato Lavopa, nel tentativo di prendere le distanze da qualsiasi contesto criminale.

Il giovane ha un solo precedente penale per rapina, commesso quando era ancora minorenne, ma da allora non sembrava aver intrapreso una carriera criminale. Dopo aver scontato parte della pena nell’Istituto per minorenni Fornelli di Bari, era stato rilasciato per buona condotta. Negli ultimi tempi, Lavopa aveva cercato di vivere una vita normale, lavorando come venditore di bevande, anche se occasionalmente veniva visto in compagnia di piccoli spacciatori. Sua madre, consapevole delle difficoltà del figlio, aveva sempre cercato di tenerlo lontano dai guai. Domenica pomeriggio, è stata proprio lei ad accompagnarlo in caserma, dopo averlo convinto a consegnarsi alle autorità e a confessare.