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Michelle Comi: “Farò un figlio solo se diminuirà la mia popolarità per metterlo sui social”

La creator di OnlyFans, Michelle Comi, ha scatenato polemiche con nuove dichiarazioni sulla maternità, affermando che farebbe un figlio solo quando la sua popolarità diminuirà.

Provocazioni e critica alla maternità sui social

In un recente podcast, Michelle Comi, nota per il suo stile di vita sfarzoso e la sua carriera su OnlyFans, ha rilasciato dichiarazioni provocatorie sulla maternità. La creator ha suggerito che potrebbe fare un figlio solo nel momento in cui il suo “hype” diminuisse, con l’intenzione di “buttarlo sui social” per mantenere la visibilità. “Potrei fare dei figli quando scendo di hype così li butto sui social”, ha detto, facendo riferimento a persone famose che mostrano la vita dei loro figli sui social per ottenere visibilità. Comi ha anche lanciato frecciate a chi usa i figli per “fare like”, menzionando una specifica tiktoker e una influencer, insinuando che molti sfruttano i propri figli per ottenere consensi e visibilità.

Un attacco al concetto di maternità “superficiale”

Queste dichiarazioni non sono nuove per Michelle Comi, che già in passato aveva espresso critiche verso chi diventa genitore senza avere, secondo lei, le risorse necessarie per crescere un figlio in modo adeguato. In una precedente intervista, aveva infatti affermato: “Non potete permettervi la tata, le vacanze, una scuola privata… Poi vi separate tutti perché siete schizzati”. Comi ha insistito sul fatto che, a suo avviso, i figli dovrebbero essere fatti solo quando si può garantire un tenore di vita elevato. Ha anche paragonato la maternità alla gestione di oggetti di lusso, dicendo: “Io quando mi sento sola mi faccio comprare una nuova Prada. Quando ho voglia la tiro fuori e quando non ne ho più voglia la rimetto nell’armadio.”

Reazioni e controversie

Le parole di Michelle Comi hanno suscitato accese reazioni sui social, sollevando discussioni su temi come la maternità, il ruolo dei figli nella vita pubblica dei personaggi noti e il potenziale sfruttamento dei minori per fini commerciali. Tuttavia, non è chiaro se le sue dichiarazioni siano state una provocazione intenzionale o una critica diretta a chi adotta questi comportamenti. In ogni caso, le sue parole hanno alimentato il dibattito sull’etica dell’esporre i figli sui social media, soprattutto quando questi ultimi diventano strumenti di marketing per la notorietà personale.