Strage familiare a Paderno Dugnano: Il pentimento del 17enne assassino, «Con mio fratello prima abbiamo giocato alla Play»
Dopo aver sterminato la sua famiglia a Paderno Dugnano, un ragazzo di 17 anni, identificato come R., esprime pentimento dal carcere, dove è in attesa di giudizio.
La strage e il pentimento
Sabato notte, R., un ragazzo di 17 anni, ha ucciso a coltellate il padre, la madre e il fratello minore nella loro casa a Paderno Dugnano, provincia di Milano. Il giovane ha inflitto 68 colpi, la maggior parte dei quali al fratello dodicenne, con cui aveva giocato alla Playstation poche ore prima. Dopo l’arresto, il ragazzo si è mostrato inizialmente lucido e ha tentato di incolpare il padre, ma ora dal carcere Beccaria di Milano si dice pentito e pieno di dolore. Durante un colloquio con il suo avvocato Amedeo Rizza e il cappellano don Claudio Burgio, R. ha dichiarato: “Non pensavo di arrivare a uccidere. Vivevo un’angoscia esistenziale che non mi sapevo spiegare”.
Il giovane descrive il triplice omicidio come un atto di “emancipazione” dalla sua vita familiare, scolastica e personale, affermando di essersi sentito soffocato e alienato. Ha cercato di ridimensionare l’idea di premeditazione, sostenendo che l’idea omicida sarebbe emersa solo quella sera per trovare una soluzione al suo disagio. Tuttavia, gli inquirenti, dopo averlo interrogato nuovamente, ritengono che ci fosse una pianificazione: R. avrebbe pensato all’omicidio per giorni prima di agire.
Indagini e reazioni
Gli inquirenti stanno esaminando telefono e computer del ragazzo alla ricerca di prove di una possibile premeditazione. Nel frattempo, il cappellano don Claudio Burgio, dopo aver incontrato R., lo ha descritto come un giovane lucido e consapevole della gravità del gesto, ma allo stesso tempo fragile e profondamente provato. “Mi ha confessato subito e abbiamo parlato a lungo. È consapevole che la giustizia farà il suo corso”, ha dichiarato il sacerdote.
L’avvocato Rizza sostiene che l’omicidio sia stato un gesto estemporaneo e non pianificato, ritenendo che il giovane non avrebbe mai compiuto tale azione se avesse riflettuto più a fondo. Tuttavia, la procuratrice Sabrina Ditaranto rimane cauta, affermando che il pentimento richiede tempo e che la gravità dell’azione non può essere ridimensionata.
Nei prossimi giorni si terrà l’interrogatorio di convalida, mentre le autopsie sui corpi delle vittime forniranno ulteriori dettagli sulla tragica vicenda.