Gli agenti della Squadra Mobile hanno intercettato un’Audi A3 con a bordo Domenico Strisciuglio, figlio di uno dei boss della camorra barese, e un suo amico armato.

L’inseguimento e l’intervento della Polizia

Ultimo sabato d’agosto, nel pieno pomeriggio, la tangenziale sud di Bari diventa teatro di un’operazione di polizia che porta all’intercettazione di un’Audi A3 rosso fiammante. Il veicolo, con una leggera patina di polvere e sabbia sui vetri e sulla carrozzeria, attira l’attenzione di una pattuglia dei «Falchi» della Questura, dopo aver effettuato un sorpasso rapido all’altezza dello svincolo 12 Carrassi-Carbonara. All’interno dell’auto, gli agenti riconoscono Domenico Strisciuglio, noto come Mimmetto, figlio di Sigismondo Strisciuglio, alias Gino la luna, uno dei capi della più potente e pericolosa famiglia della camorra barese.

Il contesto criminale e l’estensione del clan

La presenza di Mimmetto Strisciuglio in quell’auto non è un caso. Il clan Strisciuglio, con radici profonde a Carbonara, è considerato tra i più temibili della camorra barese. Guidato dai fratelli Sigismondo e Domenico Strisciuglio, rispettivamente noti come Gino la luna e Mimmo la Luna, il gruppo criminale ha esteso la sua influenza in numerosi quartieri di Bari (tra cui Libertà, Stanic, Santo Spirito, Palese, e Bari Vecchia) e in diversi comuni della provincia (tra cui Noicattaro, Rutigliano, Giovinazzo, e Polignano). La polizia, sotto la direzione della Squadra Mobile, guidata dal primo dirigente Filippo Portoghese, aveva ricevuto segnalazioni su un’Audi rossa con individui armati a bordo, operanti proprio nelle zone di Carbonara e dintorni.

L’intervento dei Falchi è stato dettato dal loro intuito e dalla conoscenza del territorio, fattori che hanno portato all’attenzione su quel particolare veicolo. Mentre l’auto accelerava cercando di sfuggire, i sospetti degli agenti si sono rivelati fondati, portando a una situazione di tensione crescente sulla tangenziale di Bari.