Le dichiarazioni di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, emergono in una docuserie di Netflix. “È più facile condannare una persona, che ammettere di aver fatto uno sbaglio”.
Nella docuserie Netflix “Il Caso Yara: Oltre Ogni Ragionevole Dubbio”, Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, racconta la sua versione dei fatti. La ragazza scomparve il 26 novembre 2010 e fu trovata morta il 26 febbraio 2011. Bossetti, arrestato il 16 giugno 2014, continua a professare la sua innocenza: “È da tanto tempo che aspetto questo momento”. Nonostante la condanna definitiva nel 2018, Bossetti sostiene di essere stato erroneamente incriminato, ribadendo che il vero colpevole è ancora libero.
Bossetti descrive il giorno dell’arresto come uno shock: “Ricordo che stavo finendo la copertura di un solaio, quando in lontananza sentii tantissime sirene spiegate. Vidi un esercito tra carabinieri e polizia di Stato”. Quel giorno segnò l’inizio di un incubo per Bossetti, che si trovò improvvisamente al centro di un caso mediatico senza precedenti. Un’altra rivelazione sconvolgente emersa durante le indagini fu la scoperta che Giovanni Bossetti non era il suo vero padre. Il DNA di Bossetti coincideva infatti con quello di Giuseppe Guerinoni, un autista deceduto nel 1999. Bossetti racconta: “La mia infanzia trascorsa con i miei genitori e i miei fratelli è stata bellissima, vissuta con tutto l’amore e l’affetto che una famiglia potesse mai darti”.
Il processo a Bossetti fu lungo e controverso. Bossetti descrive il momento della condanna come devastante: “È difficile parlare quando ti piomba addosso una parola così pesante, ‘ergastolo’”. La docuserie mette in luce le criticità del caso, compresa la contestata prova del DNA. Bossetti continua a chiedere che l’esame del DNA venga ripetuto, affermando: “Chi è quel pazzo che chiede una cosa del genere, se è davvero coinvolto in un omicidio?”. Nonostante le difficoltà, Bossetti cerca di mantenere la speranza e sostiene di essere vittima di un errore giudiziario: “Sto cercando con forza di vivere giorno per giorno, sto vivendo il presente. Sto cercando di dare forza ai miei figli, di non farli preoccupare e di non farli sentire come mi sento”.
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