Italia & Dintorni

In molti si rivolgono a IA per poter parlare con i loro cari defunti

La regolamentazione necessaria per l’uso dei “deadbot”

Un esperimento tecno-culturale

La possibilità di parlare con i defunti attraverso l’intelligenza artificiale solleva importanti questioni etiche e psicologiche. Sherry Turkle, professoressa al Massachusetts Institute of Technology, avverte che l’IA potrebbe rendere difficile “lasciare andare i nostri cari che non ci sono più.” Secondo un recente studio del Leverhulme Centre for the Future of Intelligence dell’Università di Cambridge, co-autrice Katarzyna Nowaczyk-Basiska sottolinea la necessità di una regolamentazione che affronti i possibili danni psicologici, soprattutto per i soggetti più vulnerabili come i bambini. Inoltre, è fondamentale tutelare il diritto delle persone, impedendo l’uso indiscriminato dei dati.

La necessità di misure protettive

“I ricercatori stanno chiedendo una nuova regolamentazione per proteggere gli utenti dei ‘deadbot’. Abbiamo a che fare con un enorme esperimento tecno-culturale,” afferma Nowaczyk-Basiska. “Abbiamo bisogno di misure protettive molto più responsabili perché è in gioco molto: il modo in cui comprendiamo e sperimentiamo la morte e il modo in cui ci preoccupiamo dei morti.” In Cina, alcune pompe funebri stanno già utilizzando foto, video e registrazioni vocali dei defunti per creare “versonas” che recitano frasi di commiato durante i funerali, un’ulteriore dimostrazione di come la tecnologia stia rivoluzionando il nostro rapporto con la morte.