Avrebbero circuito un ultraottantenne pensionato della Marina Militare, affetto da un deficit cognitivo, per appropriarsi dei suoi beni, tra cui un appartamento e circa 200mila euro. Per questo una donna che si occupava dell’anziano come badante, e il suo compagno, sono stati arrestati e posti ai domiciliari nel corso di una operazione congiunta della polizia e della guardia di finanza di Taranto.
Ai due è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Benedetto Ruberto su richiesta del Francesco Ciardo. E nei loro confronti è stato eseguito anche un decreto di sequestro preventivo per oltre 200mila euro. La donna svolgeva funzioni di “assistente familiare” dal 2018 dell’anziano, vedovo e senza figli.
Le indagini sono scaturite dalla denuncia di una nipote dell’uomo alla quale la badante aveva nel tempo mostrato di non gradire le visite dei parenti, fino a intimarle di non avvicinarsi allo zio, impedendole di entrare in casa e bloccando il suo contatto sul telefono dell’anziano. La badante, pur convivendo con un professionista tarantino, risultava coniugata in regime di comunione dei beni dal febbraio 2020 con l’anziano assistito (a insaputa dello stesso) che le aveva anche trasferito la nuda proprietà dell’appartamento di notevole pregio in cui l’anziano viveva.
L’anziano era stato indotto anche a trasferire a titolo gratuito la propria auto al figlio della badante, ad acquistare un’ulteriore auto, a estinguere certificati di deposito infruttiferi postali per l’importo di 56mila euro e a chiudere il proprio conto corrente per l’apertura di un altro cointestato con la badante dal quale risultano prelevati ulteriori 94mila euro. L’assistente familiare, peraltro, oltre a prelevare mensilmente e in contanti la pensione di 2mila euro, non appena accreditata sul conto dell’anziano, avrebbe poi utilizzato indebitamente carte di debito anche per pagamenti di bonifici per complessivi 81mila euro.