La Farnesina segue attentamente il caso della bambina italiana di 10 anni rinchiusa in un orfanotrofio in Messico. L’attenzione rimane alta affinché la vicenda possa risolversi al più presto, nell’interesse superiore della minore.
La bambina italiana di 10 anni è stata rinchiusa in un orfanotrofio messicano e la sua situazione è seguita con la massima attenzione dalla Farnesina.
La Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale è stata contattata per discutere il caso. La piccola, che non può vedere la madre, versa in condizioni psico-fisiche sempre più allarmanti e di recente avrebbe tentato di compiere atti di autolesionismo.
Le autorità italiane sono state informate del caso:
“Il Console ha visitato la bambina nel settembre scorso, ed è in costante contatto con il legale messicano che rappresenta la madre nella controversia riguardante l’affidamento della figlia. L’Ambasciata continua a mantenere alta l’attenzione delle Autorità locali affinché la vicenda possa risolversi al più presto, nell’interesse superiore della minore”.
Laura, la bambina in questione, è la figlia di una donna italiana di 43 anni. La madre ha dato alla luce la bambina in Italia, che ha il suo cognome ed è cittadina italiana.
Non è mai stata riconosciuta dal padre biologico. Dopo qualche anno trascorso fra il Trentino e il Centro America, madre e figlia si sono trasferite in Messico, dove la situazione è degenerata.
La figlia di Elena è stata portata in un orfanotrofio di Oaxaca e da quasi sei mesi è impossibilitata a vedere sua madre.
“Da due settimane non sappiamo più nulla l’una dell’altra e credo di essere a un passo di non poter rivederla per molto tempo”, racconta Elena.
Il Garante dei Minori della Provincia Autonoma di Trento, dottor Fabio Biasi, è stato informato della situazione da Elena stessa e conferma la gravità della vicenda.
La bambina è stata sottratta alla madre con un falso pretesto orchestrato dal padre, che solo di recente si è sottoposto a un test del DNA per il riconoscimento della potestà genitoriale.
“La bambina non sta bene, è necessario fare in fretta perché venga liberata. Riteniamo che quella in corso sia una gravissima e palese violazione dei diritti della minore. La bambina deve tornare con sua madre. Ho personalmente preso contatti con l’Ambasciata Italiana di Città del Messico, che mi è parsa molto preparata e attenta alla vicenda”.
Secondo Biasi, è fondamentale che “Laura venga velocemente restituita alle cure della madre e va fatto il più presto possibile, è già trascorso troppo tempo”.
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