Ha un’emorragia cerebrale ma in ospedale manca lo specialista, dopo tre ore d’attesa muore a 40 anni Antonio Picciolo
Antonio Picciolo, 40 anni, è deceduto a causa di un’emorragia cerebrale e del ritardo nell’intervento salvavita, dovuto all’assenza del reparto di Radiologia interventistica all’ospedale Perrino di Brindisi.
Trasferito in gravissime condizioni a Taranto, non è sopravvissuto.
Tragico evento: la morte di Antonio Picciolo
Antonio Picciolo, un uomo di 40 anni di Brindisi, è tragicamente scomparso a seguito di complicazioni causate da un’emorragia cerebrale.
La sua situazione è peggiorata a causa dell’assenza di un reparto di Radiologia interventistica all’ospedale Perrino di Brindisi, rendendo necessario il suo trasferimento d’urgenza a Taranto. Nonostante gli sforzi, il ritardo nell’intervento ha avuto conseguenze fatali.
I fatti: il percorso di picciolo verso le cure
Picciolo è arrivato in condizioni gravi al pronto soccorso dell’ospedale Perrino, dove è stato prontamente preso in carico.
Dopo la diagnosi di emorragia subaracnoidea tramite Tac, il personale ha contattato ospedali con il reparto necessario per il suo trattamento. L’uomo è stato trasferito all’ospedale di Taranto, ma solo dopo tre ore di attesa, aggravando la sua già critica condizione.
La reazione: critiche al sistema sanitario
La morte di Picciolo ha suscitato forti reazioni, in particolare da Fabiano Amati, consigliere regionale, che ha denunciato la mancanza di un reparto di Radiologia interventistica all’ospedale Perrino.
Questa carenza, secondo Amati, non solo ha generato situazioni di vita o morte, ma anche dimostrato un problema più ampio nel sistema sanitario regionale, dove i pochi specialisti disponibili non sono distribuiti in modo efficiente.
Amati ha evidenziato l’urgenza di una gestione più efficace e centralizzata delle risorse sanitarie a livello regionale, sottolineando le tragiche conseguenze che possono derivare da ritardi e inefficienze nel sistema attuale.