“Caso Balocco”, l’armocromista di Elly Schlein analizza il video di Chiara Ferragni “Falso. Simula dispiacere con il grigio”
La recente controversia riguardante Chiara Ferragni e il “Caso Balocco” continua a suscitare dibattiti, con analisi dettagliate del suo video di scuse.
L’analisi dell’armocromista sul video di Ferragni
L’armocromista Enrica Chicchio, conosciuta per il suo lavoro con Elly Schlein, ha analizzato il video di scuse pubblicato da Chiara Ferragni in seguito al “Caso Balocco”. Chicchio ha focalizzato l’attenzione sull’uso specifico del colore nel video.
Ha dichiarato: “Il grigio enfatizza su di lei il dispiacere”. Secondo Chicchio, la scelta del grigio da parte di Ferragni non è casuale, ma una mossa calcolata per trasmettere un messaggio preciso nella comunicazione non verbale, contrastando con i suoi colori naturali e il solito stile vivace.
Il significato dietro il trucco e le implicazioni
Approfondendo l’analisi, Chicchio ha osservato anche il trucco di Ferragni, notando un cambiamento significativo rispetto al suo stile abituale.
“Non era completamente struccata, ma era truccata con toni completamente diversi rispetto ai suoi soliti toni,” ha commentato Chicchio.
L’armocromista sostiene che l’uso di toni freddi è stato un’ulteriore strategia per rafforzare il messaggio di dispiacere. Tuttavia, Chicchio critica questa scelta, suggerendo che un approccio più genuino e rispettoso verso i suoi follower avrebbe richiesto l’uso dei suoi colori abituali per una comunicazione più autentica.
Conclusione dell’esperta: dubbi sulla sincerità
La dottoressa Chicchio ha espresso dubbi sulla sincerità del video di scuse di Ferragni, definendolo una “pantomima”.
“Non mi è sembrata molto reale questa scena,” ha detto Chicchio, aggiungendo che solo Ferragni conosce la verità dietro il video. Ha anche riconosciuto l’intervento dell’antitrust in questa questione, suggerendo che ci possano essere motivazioni fondate dietro le loro azioni. Questo commento lascia aperto il dibattito sulla genuinità del video di scuse di Ferragni e sulle implicazioni più ampie del “Caso Balocco”.