Nicolò Feltrin, a soli 2 anni, perde la vita a causa di un’overdose dopo aver ingerito pasta al ragù contaminata dalla droga somministratagli dal padre
La prima udienza per la morte del piccolo Nicolò Feltrin si è conclusa con un rinvio. Diego Feltrin, padre del bambino, è accusato di omicidio colposo e spaccio di droga. La difesa cerca un patteggiamento.
Svolgimento dell’udienza a Belluno
Si è tenuta ieri al Tribunale di Belluno la prima udienza riguardante la morte di Nicolò Feltrin, bambino di due anni di Codissago, deceduto il 28 luglio 2022.
Il procedimento vede imputato il padre del bambino, Diego Feltrin, 44 anni, difeso dall’avvocato Massimiliano Xaiz. L’uomo è accusato di omicidio colposo, spaccio di droga al minore e morte come conseguenza di altro reato.
La difesa sta lavorando intensamente per ottenere uno sconto di pena, valutando un patteggiamento. Il giudice Enrica Marson ha rinviato l’udienza al prossimo 11 gennaio per valutare riti alternativi.
Le accuse e le difese
Secondo l’accusa, Nicolò è morto per «intossicazione acuta da sostanza ad azione psicotropa a seguito di indigestione di hashish».
La Procura sostiene che il padre avrebbe somministrato la droga mescolandola nel ragù della pastasciutta del bambino, presumibilmente per calmarlo. La difesa si concentrerà probabilmente sul punto dell’effettivo spaccio al minore, un’accusa cruciale per l’esito del processo.
Le prove presentate
Dalla consulenza medico-legale, emerge che il piccolo Nicolò sarebbe stato cronicamente esposto a diverse droghe nella casa familiare. Nel suo corpo sono state trovate tracce di hashish, cocaina, eroina e metadone.
La droga è stata ritrovata in tutta la casa durante la perquisizione. La madre del bambino non è stata indagata e, insieme ai nonni materni, è considerata parte offesa. Nessuno si è costituito parte civile, un fattore che potrebbe semplificare un eventuale patteggiamento.