Nel commovente servizio funebre per Giulia Cecchettin, il padre Gino ha espresso un sentito tributo, riflettendo sulla tragedia e sull’importanza della lotta contro la violenza di genere.
Durante il funerale di Giulia Cecchettin, il padre, Gino Cecchettin, ha condiviso il suo strazio e la sua gratitudine verso chi li ha supportati. Nel suo discorso ha detto: «Abbiamo vissuto un momento di profonda angoscia, travolti da una tempesta terribile, una pioggia di dolore che sembra non finire mai. Siamo bagnati, infreddoliti. Ringrazio tutte le persone che si sono strette attorno a noi, grazie del sostegno, ne avevamo bisogno in queste settimane terribili».
Nel suo omaggio, Gino ha ricordato la vita e l’impegno di sua figlia Giulia e ha sottolineato la lotta contro la violenza sulle donne.
Ha descritto Giulia come: «Mia figlia Giulia era come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria mai sazia di imparare. Ha abbracciato la responsabilità della cura familiare dopo la perdita della mamma. Dopo la laurea Giulia si è guadagnata ad honorem il titolo di mamma. Era già una combattente, un’oplita, come i soldati greci: tenace nei momenti di difficoltà. Il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti». Ha poi evidenziato l’importanza dell’educazione per prevenire la violenza di genere.
Nel suo messaggio, Gino Cecchettin ha invitato gli uomini a essere precursori del cambiamento: «Mi rivolgo agli uomini, noi per primi dobbiamo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere. Parliamo agli altri maschi sfidando la cultura che minimizza la violenza da parte di uomini apparentemente normali, non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i piu lievi».
Ha enfatizzato l’importanza di promuovere una cultura di responsabilità e di supporto, nonché il ruolo fondamentale dell’educazione.
Concludendo il suo discorso, Gino ha espresso un addio struggente: «Cara Giulia è il momento di lasciarti andare, salutaci la mamma. Impareremo a danzare sotto la pioggia. Grazie per questi 22 anni. «Io ti amo tanto, e anche Elena e Davide di adorano, Io non so pregare, ma so sperare. Voglio sperare insieme a te a alla mamma, e a tutti voi qui presenti, che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite, e un giorno possa germogliare, e produca il suo frutto di amore, di perdono, e di pace. Addio Giulia, amore mio».
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