A Bologna, un lavoratore di call center è stato licenziato per aver bestemmiato, suscitando proteste sindacali e uno sciopero di 16 ore. Questo segue un caso simile di licenziamento due mesi fa.
Licenziamenti controversi in call center
A Bologna, un lavoratore di call center è stato licenziato per aver bestemmiato sul posto di lavoro. Questo caso segue un licenziamento simile due mesi fa, quando un’operatrice venne licenziata per aver detto una parolaccia a una cliente. Le sigle sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil hanno denunciato l’accaduto e hanno proclamato 16 ore di sciopero.
Critiche sindacali e azioni legali
I sindacati hanno criticato l’uso di una normativa penale del 1930 nella contestazione disciplinare, definendolo un ritorno a “periodi bui di oscurantismo”. Hanno anche contestato il tentativo dell’azienda di imporre una sanzione amministrativa per violazione del Codice penale, una mossa che vedono come un tentativo di sostituirsi agli organi della Pubblica amministrazione.
Situazione tesa e rischio di ulteriori licenziamenti
Questo è il secondo licenziamento in soli due mesi. Inoltre, i sindacati hanno sottolineato il caso di una terza lavoratrice, che ha ricevuto la massima sanzione prima del licenziamento dopo essere stata sospesa illegittimamente per 15 giorni. Questi eventi hanno aumentato la tensione tra i lavoratori del call center e la direzione.