Omicidio Giulia Cecchettin, emergono nuovi dettagli, Filippo avrebbe usato il nastro adesivo, per legarle le mani e tapparle la bocca
Filippo Turetta, accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata, dovrà chiarire numerosi aspetti dell’indagine, tra cui la premeditazione e l’utilizzo del nastro adesivo.
Interrogatorio decisivo per Filippo Turetta
Gli Interrogatori Cruciali Filippo Turetta, tornato recentemente in Italia, è al centro di indagini intense. Dopo l’interrogatorio con il gip veneto Benedetta Vitolo, sarà ascoltato dal pm Andrea Petroni.
L’accusa di omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin pone dubbi cruciali. Si indaga sulla premeditazione, l’uso del nastro adesivo per immobilizzarla e impedirle di urlare. “Molti aspetti devono essere chiariti”, afferma una fonte investigativa.
Le incertezze da risolvere
Un punto nevralgico riguarda le mani legate di Giulia. “Non è chiaro se sia stato usato il nastro adesivo per questo scopo”, spiega la fonte. L’ipotesi che Turetta si avvalga della facoltà di non rispondere all’interrogatorio è concreta. La sua prima dichiarazione alle autorità italiane è attesa con ansia.
Premeditazione e elementi dell’accusa
La premeditazione è un aspetto fondamentale dell’accusa.
Turetta, descritto come “disorientato” dal suo legale, potrebbe affrontare questa accusa basata su indizi come l’acquisto online del nastro adesivo. “Due coltelli sono stati trovati con lui”, aggiunge la fonte. La Procura considera anche la crudeltà dell’atto e il reato di occultamento di cadavere.
La procedura burocratica e le prove
Le autorità lavorano per trasferire in Italia l’auto usata nella fuga. È in corso la richiesta di trasporto al Ris di Parma, evitando contaminazioni delle prove. Tra gli oggetti trovati nell’auto, un guanto, un coltello e 300 euro. “La Procura di Venezia ha emesso un ordine di investigazione europeo”, conferma la fonte. Curiosamente, il telefono di Giulia non è stato trovato e vicino al suo corpo è stata recuperata una sola scarpa.