La telefonata ignorata di un vicino di casa di Giulia alla notte dell’aggressione rivela un’opportunità mancata di intervento tempestivo da parte delle forze dell’ordine.
Intorno alle 23:18 del fatidico giorno, Giulia Cecchettin urla “Mi stai facendo male”, mentre lotta contro l’aggressione del suo ex fidanzato, Filippo.
Queste grida strazianti, provenienti da un parcheggio vicino a casa sua a Vigonovo, allarmano un vicino.
Giulia è ferita ma ancora viva. Il vicino, colpito dal terrore di quelle grida, chiama il 112 per segnalare l’incidente.
Il vicino descrive al 112 la scena terrificante: una figura maschile che colpisce qualcosa a terra e le grida disperate di aiuto.
Nonostante la sua testimonianza e la chiara indicazione di un pericolo imminente, la sua chiamata non porta all’intervento delle forze dell’ordine. L’auto si allontana e lui non riesce a identificare la targa.
La tragica realtà diventa chiara solo il giorno dopo, quando si diffonde la notizia della scomparsa di Giulia e del suo ex fidanzato.
Documenti dell’autorità giudiziaria rivelano che, nonostante la chiamata, nessuna pattuglia viene inviata sul posto.
La Procura di Venezia si impegna ad acquisire la registrazione di questa telefonata, essenziale per le indagini.
Il vicino, ancora sotto shock, comprende solo dopo che le grida che ha sentito appartenevano a Giulia, contribuendo a un senso di rimpianto e fallimento nelle procedure di emergenza.
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