L’arresto di Filippo Turetta in Germania mette fine alla sua fuga di una settimana, segnando un importante sviluppo nel tragico caso dell’omicidio di Giulia Cecchettin.
La conclusione della fuga
Dopo una settimana di ricerche, la fuga di Filippo Turetta è giunta al termine. La polizia tedesca lo ha arrestato vicino a Bad Durremberg, non lontano da Lipsia, interrompendo il suo viaggio di mille chilometri. La sua auto, una Fiat Punto nera, è stata individuata sulla corsia di emergenza dell’autostrada A9. Il controllo della targa ha rivelato che l’auto era ricercata a livello internazionale. Turetta non ha opposto resistenza all’arresto, apparso quasi rassegnato.
L’arresto e l’identificazione
Una volta fermato, gli agenti hanno identificato Turetta come il presunto omicida di Giulia Cecchettin. L’auto era diretta verso sud, verso Monaco, anziché verso nord, il che ha sorpreso i poliziotti. La Punto era senza benzina e Turetta senza soldi per rifornirla, segno di un piano di fuga mal concepito o disperato.
Convalida dell’arresto e procedimenti giudiziari
L’arresto di Turetta è stato convalidato da un giudice a Halle, in Sassonia. Il tribunale regionale di Naumburg si occuperà della richiesta di estradizione. I ministri Carlo Nordio e Antonio Tajani hanno espresso fiducia in una rapida procedura. Se Turetta acconsentirà all’estradizione, potrebbe essere trasferito in Italia entro dieci giorni.
I passi successivi
Un team della polizia giudiziaria italiana si prepara a recarsi in Germania per prendere in consegna Turetta e trasferirlo in Italia. Intanto, l’autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin dovrebbe chiarire le cause esatte e l’arco temporale del suo decesso. La salma sarà quindi restituita alla famiglia per l’ultimo saluto. Questo tragico evento ha lasciato una profonda cicatrice nella comunità e nella famiglia di Giulia, con il padre Gino che ha espresso il suo dolore in un commovente messaggio sui social media.