Italia & Dintorni

La morte sul lavoro della 26enne Anila è stata provocata da un tragico errore provocato da un collega

Anila Grishaj, operaia albanese, è tragicamente deceduta a causa di un incidente sul lavoro presso la Bocon di Pieve di Soligo, sollevando questioni sulla sicurezza lavorativa.

Un fatale incidente lavorativo

Una tragica fatalità ha spezzato la vita di Anila Grishaj, una giovane operaia di 26 anni, presso la Bocon di Pieve di Soligo. Il 15 novembre, in un momento di apparente sicurezza, mentre il macchinario era spento, Anila ha intrapreso un controllo di routine sulla macchina imballatrice.

Un collega, senza accorgersi della sua presenza, ha azionato il dispositivo che ha causato lesioni mortali alla giovane lavoratrice, schiacciandole le vertebre del collo e la testa. La comunità è stata scossa da questo drammatico evento, che ha portato alla luce questioni urgenti riguardanti la sicurezza sul luogo di lavoro.

Indagini e conseguenze legali

La Procura di Treviso, guidata dal pubblico ministero Francesca Torri, ha avviato un’indagine per omicidio colposo in risposta a questo incidente.

Il macchinario, di recente acquisizione da parte dell’azienda, è stato posto sotto sequestro e si valuta la necessità di un esame autoptico per fornire maggiori dettagli sulla dinamica dell’accaduto. La salma di Anila è attualmente sotto esame e le telecamere di videosorveglianza, testimoni silenziose dell’accaduto, sono ora al centro delle indagini.

La relazione del nucleo Spisal dell’Ulss 2 sarà fondamentale per determinare le responsabilità di questo luttuoso evento, che segna un altro tragico capitolo nelle statistiche degli incidenti sul lavoro.

Il dolore di una comunità

La famiglia di Anila, inconsapevole della tragedia fino all’ultimo momento, ha scoperto la verità solo giungendo davanti allo stabilimento.

La scena che si è aperta davanti ai loro occhi era una di puro sconcerto e dolore. Il padre di Anila, sopraffatto dallo shock, ha manifestato il suo strazio con gesti di rabbia e disperazione. Anila, un tempo studentessa dell’istituto turistico Verdi di Valdobbiadene, era apprezzata e rispettata dai suoi colleghi e amata dalla sua famiglia con cui viveva a Vergoman di Miane.

La comunità, colpita da questa perdita, ora cerca conforto e giustizia, mentre il ricordo di Anila rimane impresso nei cuori di coloro che l’hanno conosciuta.

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Emanuele Larocca

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