Italia & Dintorni

Napoli, ristoratore vieta l’accesso ai bimbi, “Rompono tutto”

Il ristorante Hostaria Oasi Marina a Baia, Napoli, ha vietato l’ingresso ai bambini a causa di danneggiamenti e genitori negligenti.

Decisione controversa in un ristorante di baia

Hostaria Oasi Marina, un ristorante situato nella pittoresca Baia, frazione di Bacoli, in provincia di Napoli, ha preso una decisione che ha scatenato accese polemiche: vietare l’ingresso ai bambini. Il proprietario, Pino Milucci, ha espresso la sua sofferenza nel dover adottare questa misura. Il motivo di tale scelta deriva da ripetuti episodi di danneggiamento causati dall’eccessiva esuberanza dei bambini, aggravata dalla noncuranza dei genitori, che spesso non intervenivano per controllarli. Questa scelta ha suscitato un acceso dibattito online, dividendo l’opinione pubblica tra chi appoggia la decisione del ristoratore e chi la critica.

Pino Milucci spiega le ragioni del divieto

Durante la trasmissione “Pomeriggio Cinque”, condotta da Myrta Merlino, Milucci ha fornito ulteriori dettagli sulla sua decisione. Ha raccontato di essere arrivato al punto di esasperazione, dovendo rimuovere i bicchieri da vino dai tavoli perché frequentemente rotti dai bambini e di situazioni pericolose causate da bambini che correvano tra le piante del locale. La situazione è stata ulteriormente aggravata dalla reazione dei genitori, che invece di assumersi la responsabilità per il comportamento dei loro figli, li difendevano, rendendo difficile per Milucci intervenire in maniera efficace.

La reazione online e la limitazione imposta

La decisione di Milucci di limitare l’accesso al suo ristorante ai soli adulti è stata annunciata tramite un post su Facebook, dove ha spiegato che la scelta era stata presa “nostro malgrado” e attribuendola alla negligenza di “tanti genitori che non sono tali”. Questa mossa ha generato un vivace dibattito online, con reazioni miste. Alcuni hanno espresso sostegno per la scelta di Milucci, vedendola come una risposta necessaria alla mancanza di supervisione adeguata da parte dei genitori. Altri, invece, hanno criticato la decisione, considerandola una forma di discriminazione nei confronti delle famiglie con bambini.