Padre di Primavalle arrestato per aver aggredito la figlia minorenne per una relazione sentimentale disapprovata.
Un’aggressione brutale si è consumata fra le mura di un appartamento nel quartiere di Primavalle: un padre, Patrizio R., 39 anni, pregiudicato italiano, ha picchiato la figlia minorenne, “colpevole” secondo lui di intrattenere una relazione con un uomo molto più grande, di 35 anni. La violenza è scoppiata non appena l’uomo ha assistito allo scambio di messaggi tra i due, culminando in un’esplosione di ira in cui ha agito senza alcun controllo, colpendo la ragazza ovunque, nonostante i suoi tentativi disperati di difendersi e le suppliche affinché si fermasse.
Le grida di aiuto della giovane hanno fortunatamente attirato l’attenzione dei vicini, che sono intervenuti impedendo che l’aggressione assumesse contorni ancora più tragici.
La 16enne è stata prontamente trasportata in codice rosso all’ospedale San Filippo Neri, dove, dopo essere stata soccorsa e valutata dai medici, è stata dimessa con una prognosi di 20 giorni. La polizia è stata allertata dal personale sanitario, dando il via alle procedure di indagine.
Patrizio R. non è nuovo a comportamenti violenti; è già noto alle forze dell’ordine per precedenti reati di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale.
Il suo background criminale è venuto a galla durante le indagini, evidenziando un passato inquietante che ha condotto alla decisione da parte del Questore di emettere un ammonimento, successivamente integrato dalla Corte d’Appello con la misura cautelare del carcere.
Al momento della notifica degli atti da parte degli agenti di Primavalle, l’uomo ha mantenuto un atteggiamento impassibile, rivelando poco del suo punto di vista sulla dinamica degli eventi.
La storia di questa giovane è aggravata da un contesto di disagio sociale ed economico.
Viveva in un modesto bilocale popolare, in condizioni igieniche precarie, con un padre che ha esercitato su di lei una violenza anche psicologica, spingendola all’isolamento e a una frequenza scolastica intermittenza.
In seguito all’aggressione, il giudice ha affidato la ragazza alla compagna della madre, non essendoci altri parenti prossimi.
I servizi sociali sono stati allertati e dovranno monitorare la situazione mentre la minore sarà supportata anche da uno specialista. Il padre ora si trova dietro le sbarre, dove dovrà rispondere delle sue azioni davanti alla giustizia.
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