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Nella chiesa dove fu uccisa Elisa Claps è stata celebrata la prima messa, durissimi i genitori “Quella chiesa macchiata di sangue e menzogne”

La Chiesa della Trinità riapre dopo il ritrovamento di E. Claps, ma la famiglia critica la messa del vescovo Ligorio.

La Chiesa della Santissima Trinità di Potenza, dopo essere rimasta sigillata agli occhi del mondo per un sequestro durato anni, ha finalmente riaperto i suoi portoni nell’agosto 2019.

Questo luogo di culto aveva celato per 17 anni i resti di Elisa Claps, la giovane scomparsa nel 1993 e la cui tragica fine fu scoperta solo nel 2010. Questa riapertura, che avrebbe dovuto segnare un nuovo inizio, è invece stata accompagnata da un vortice di polemiche.

I genitori di Elisa, in particolare, hanno visto nella riapertura della chiesa non un segno di rinascita, ma una dolorosa mancanza di rispetto per la memoria della loro figlia. La ristrutturazione ha ripristinato la bellezza architettonica della struttura, ma per molti non ha potuto sanare le ferite aperte dal macabro ritrovamento.

Commemorazione o commistione?

Il ritorno della funzione religiosa, con la prima messa tenutasi il 2 novembre, proprio nella giornata dedicata al ricordo dei defunti, ha scosso la comunità, dividendo l’opinione pubblica. La cerimonia eucaristica, officiata direttamente dal vescovo Salvatore Ligorio, ha sollevato un’ondata di reazioni contrastanti.

La famiglia Claps ha pubblicamente condannato la decisione, percepita come una mancanza di empatia e sensibilità. “Prendiamo atto ancora una volta dell’assoluta mancanza di rispetto e dell’arroganza del vescovo Ligorio che ieri ha celebrato Messa nella chiesa della Trinità”, ha esclamato con dolore Gildo Claps, fratello di Elisa, evidenziando un forte senso di trascuratezza da parte delle autorità ecclesiastiche.

La voce del fratello contro l’oblio

Gildo Claps ha poi approfondito la sua posizione, evidenziando come la narrazione recente, arricchita dalla fiction “Per Elisa”, abbia reso la chiesa simbolo di un trauma non ancora superato. “In un momento in cui milioni di persone seguendo la fiction ‘Per Elisa’ hanno preso consapevolezza di quanto quella chiesa sia irrimediabilmente macchiata dal sangue”, ha dichiarato Gildo, criticando la scelta della Curia di Potenza di proseguire come se nulla fosse accaduto.

La sua dichiarazione si è conclusa con un appello commovente: “Una preghiera la rivolgo io a quanti entreranno ad ascoltare le funzioni religiose”, un invito alla comunità di non dimenticare la storia tragica che quelle mura hanno ospitato e di onorare la memoria di Elisa nel modo più rispettoso possibile.