Sabrina, resa tetraplegica da errore chirurgico, ottiene risarcimento di 769.900€.
Sabrina, madre di due figlie, è stata vittima di un drammatico cambiamento di vita a 36 anni, a seguito di un intervento chirurgico considerato a “rischio zero”.
Il 22 agosto 2017, la donna doveva essere operata per la rimozione di un tumore benigno, ma l’operazione, condotta da uno specializzando piuttosto che da un professionista esperto, l’ha resa tetraplegica. Questo incidente ha dato avvio a una battaglia legale, focalizzata sull’asserita negligenza durante la manovra di posizionamento pre-intervento, come evidenziato dal giudice.
Sabrina descrive quel giorno come l’inizio di un “inferno”, perdendo la sua indipendenza e il lavoro da parrucchiera a Terracina.
Il lungo cammino della giustizia
Il Corriere della Sera riporta la storia di Sabrina e il suo lento percorso nel sistema giudiziario. La Azienda ospedaliera veronese è stata inizialmente condannata a pagarle 1,6 milioni di euro, ma fino a ora Sabrina ha ricevuto solamente 50mila euro.
Il risarcimento promesso è fondamentale per lei non solo per una questione di giustizia, ma anche per coprire le spese mediche future. I due medici coinvolti sono sfuggiti al processo penale grazie all’accettazione di un risarcimento da parte di Sabrina, che ha in seguito ritirato la querela.
Risarcimento approvato, un piccolo passo avanti
Recentemente, il tribunale scaligero ha emesso una sentenza che rappresenta una vittoria per Sabrina: è stato stabilito un accordo transattivo che prevede la distribuzione della somma decretata tra l’azienda ospedaliera, i medici e le compagnie assicurative.
Il 10 ottobre, l’azienda sanitaria veronese ha versato a Sabrina 769.900 euro come risarcimento del danno, lasciando l’ulteriore pagamento a carico delle assicurazioni.
Nonostante il risarcimento non possa ripristinare la sua salute o la mobilità persa, fornisce a Sabrina le risorse necessarie per affrontare il futuro con maggiore serenità.
“Mai e poi mai riuscirò a elaborare questa nuova realtà, nonostante siano passati quasi sei anni” – questo il commento di Sabrina riportato dal Corriere della Sera. Un risarcimento tanto atteso non è una cura, ma è un passo verso un domani più sicuro per lei e le sue figlie.