Melanoma uccide Jessica Foscarin a 31 anni; famiglia chiede risarcimento di 1milione di euro sostenendo diagnosi mancata 10 anni prima. Ulss 3 difende le sue azioni.
Un melanoma ha tolto la vita a Jessica Foscarin, una giovane di soli 31 anni, il 13 luglio 2022. Dieci anni prima, la ragazza aveva rimosso un neo ritenuto sospetto da un medico. Tuttavia, gli esami di quel periodo avevano definito il neo come benigno. Ma nel 2020, Jessica scopre un nodulo proprio nello stesso punto. Gli esami rivelano, questa volta, un tumore maligno con metastasi. La famiglia crede che si tratti dello stesso punto che non era stato trattato correttamente dieci anni prima.
La lotta legale della famiglia
A marzo, si terrà la prima udienza del processo civile. La famiglia di Jessica ha chiesto un risarcimento di un milione di euro, sostenendo che la loro amata è deceduta a causa di una omessa diagnosi di melanoma. Il referto istologico, secondo loro, aveva erroneamente identificato un melanoma come un semplice neo benigno. La famiglia, composta dai genitori, il fratello, il nonno e il compagno, chiede un risarcimento per i danni morali e materiali subiti.
La difficile battaglia contro il cancro
Durante gli ultimi momenti della sua vita, Jessica si era sottoposta a ripetuti cicli di chemioterapia. Era dolorosamente consapevole della gravità della sua situazione e del suo destino imminente.
La risposta dell’Ulss
L’Ulss 3 risponde alle accuse sottolineando che «l’esito dell’accertamento tecnico preventivo del tribunale non certifica responsabilità evidenti degli ospedali». Hanno evidenziato la particolare difficoltà di diagnosi in questo caso clinico. Tuttavia, a seguito della richiesta di risarcimento da parte della famiglia, l’ente sanitario sta valutando ulteriormente la situazione con i suoi avvocati e l’assicurazione.