La mascotte Bambotto, amato cervo di Pecol, è stato ucciso da un cacciatore, scatenando la rabbia della comunità e sollevando questioni etiche.
Bambotto, un cervo maestoso e gentile, era la mascotte amata di Pecol, una frazione di San Tommaso Agordino, nel Bellunese. Da sette anni, lo splendido animale vagava tra le case del paese, cercando carezze e cibo, guadagnandosi l’affetto degli abitanti locali. Tuttavia, la vita di Bambotto è stata bruscamente interrotta quando un cacciatore lo ha ucciso.
Il cordoglio della comunità
“Bambotto è morto, ammazzato da un miserabile,” hanno condiviso gli abitanti di Pecol sui social media, esprimendo il loro dolore e rabbia. Bambotto era nato a Pecol e la sua mamma Minerva lo aveva affidato alla cura degli abitanti del paese. Era più di un semplice animale; Bambotto era un amico, un componente della comunità di Pecol.
Accuse e indignazione
La morte del cervo Bambotto ha attirato l’ira della comunità. Secondo gli abitanti del posto, un giovane cacciatore locale è responsabile dell’uccisione del cervo. “È stato ucciso da una persona che conosceva,” si legge nei commenti di condanna e accusa diffusi sui social media. Gli abitanti del paese sono infuriati e devastati dalla perdita.
Riflessioni sulla protezione degli animali
Andrea Zanoni, consigliere regionale del PD Veneto, ha sottolineato come l’uccisione sia stata legalmente autorizzata dalla normativa vigente. “Il cervo Bambotto ieri è stato ucciso da un cacciatore di 23 anni a norma di legge,” ha dichiarato, invitando tutti coloro che amano gli animali a impegnarsi per la loro tutela, sottolineando la necessità di leggi che proteggano e difendano gli animali come esseri viventi e non come semplici oggetti di divertimento.