L’appello della madre di Marco, 30enne morto perché travolto da un furgone “Aiutatemi a trovare chi ha cercato di salvare mio figlio”

La madre di Marco, morto in un incidente, cerca il ciclista che tentò di aiutarlo.

Sono trascorsi più di due mesi da quel tragico giorno dell’11 agosto, quando Marco Pancaldi, un appassionato di moto di 30 anni, ha perso la vita in un terribile incidente a Sant’Eusebio a Caino, provincia di Brescia. Marco fu travolto da un uomo alla guida di un Fiorino, che successivamente risultò positivo sia all’alcol test che al droga test. Un destino crudele ha strappato Marco all’affetto dei suoi cari, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore della sua famiglia.

Un ciclista compassionevole

Nonostante la tragica perdita, la madre di Marco, Valeria, trova la forza di cercare il ciclista che ha tentato di soccorrere suo figlio in quei momenti bui. Secondo le autorità, un ciclista di passaggio si fermò, offrendo conforto a Marco durante gli ultimi istanti della sua vita. Ora, la famiglia desidera esprimere la propria gratitudine a questo sconosciuto eroe. L’automobilista responsabile dell’incidente, un 48enne, è attualmente agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio stradale.

Appello alla solidarietà

Valeria non si arrende al silenzio e alla tristezza; la sua determinazione la spinge a cercare il coraggio di ringraziare chi è stato vicino a suo figlio in quegli attimi tragici. Con un appello commovente su Facebook, chiede aiuto per ritrovare il ciclista che ha mostrato un atto di pura umanità. “Vorrei tanto poterlo rintracciare per dirgli grazie per aver provato a salvare mio figlio. Grazie di cuore. Valeria”, scrive la donna, sperando che la condivisione del suo messaggio possa raggiungere l’angelo custode di suo figlio.

In ricordo di Marco

La memoria di Marco Pancaldi, un giovane imprenditore e appassionato di moto, vive attraverso il dolore e la gratitudine di sua madre. La tragedia ha sollevato questioni urgenti relative alla sicurezza stradale e all’impatto devastante di guidare sotto l’influenza di sostanze stupefacenti. In questo periodo di lutto, la comunità è chiamata a riflettere e ad agire, affinché la morte di Marco non sia vana, ma un monito per prevenire future tragedie.

Emanuele Larocca

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