19enne alla guida di un furgone, travolse un gruppo di ragazzini, uccidendo una bambina di 5 anni, condannato a 18 anni di carcere
18 anni di reclusione per De Fazio per l’omicidio di Taisiia, 5 anni. La vittima e un 17enne sono stati investiti a Crotone nel 2022.
Giuseppe Pio De Fazio, un giovane di 19 anni, è stato condannato a 18 anni di reclusione per omicidio volontario e lesioni personali. Un anno e mezzo fa, precisamente il 20 marzo 2022, De Fazio aveva travolto e ucciso la piccola Taisiia Martseniuk, una bambina ucraina di soli 5 anni, e ferito gravemente un ragazzo di 17 anni sulla strada provinciale in località Cantorato, alla periferia di Crotone.
Una vita spezzata
La piccola Taisiia e la sua madre erano fuggite dalla guerra in Ucraina e si trovavano in Italia ospiti di parenti solo da pochi giorni quando la tragedia ha colpito. De Fazio, alla guida del suo Fiat Doblò, ha investito un gruppo di ragazzi mentre passeggiavano. La cugina della vittima e il 17enne ferito erano tra loro, alimentando le accuse che il ragazzo fosse l’obiettivo specifico di De Fazio, affascinato dalla giovane ucraina.
Negazione e giudizio
De Fazio ha sempre negato di aver investito deliberatamente le persone, sostenendo di non averle viste. Tuttavia, la sentenza emessa mercoledì sera dal gup del Tribunale di Crotone, Elisa Marchetto, racconta una storia diversa. Il processo con rito abbreviato ha concluso con una condanna più severa rispetto ai 15 anni di reclusione proposti dal pubblico ministero.
“La condanna inflitta a Pio De Fazio è ben più pesante della richiesta a 15 anni di reclusione avanzata dal pubblico ministero.”
Riparazione e conseguenze
Oltre alla pena detentiva, De Fazio è stato condannato a risarcire il danno alle parti civili, inclusi familiari e parenti delle vittime, e a pagare una provvisione di 300 mila euro per i genitori e i parenti della bambina deceduta. L’aggravamento della misura cautelare vede ora De Fazio passare dall’obbligo di dimora agli arresti domiciliari, un’ulteriore restrizione che sottolinea la gravità del suo crimine.